Firenze – Gennaio 2018, finisce il beneficio della decontribuzione per i lavoratori dipendenti assunti a tempo indeterminato nel gennaio 2015. Quanti sono ce lo dice la Cgia di Mestre, oltre 80.000 a livello italiano, 5.205 in Toscana, fra cui 4.463 nuove assunzioni a tempo indeterminato, mentre 742 sono contratti di “trasformazione”, da tempo determinato a tempo indeterminato.
In parole povere, per i datori di lavoro di questi dipendenti verrà meno lo sgravio contributivo Inps, come ricorda la Cgia di Mestre. A livello di risparmio per gli imprenditori che hanno aderito a questa misura introdotta nel 2015 dal Governo Renzi, e che ha permesso loro di non versare alcun contributo previdenziale per i successivi 36 mesi dall’assunzione con l’impegno di non licenziare prima di tre anni, la Cgia veneta ha calcolato un vantaggio economico fino a 8.060 euro all’anno per ciascun dipendente assunto con le modalità previste dalla legge.
E se qualche imprenditore, magari ancora fuori dalla ripresa, sentisse che è giunto il momento di licenziare questi lavoratori? I conti li fa Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi dell’associazione di Mestre: “Dopo aver risparmiato nel triennio 2015-2017 fino a 24 mila euro per ciascun lavoratore assunto a tempo indeterminato e facilitato dalla soppressione dell’articolo 18, il licenziamento di un lavoratore che ha beneficiato della decontribuzione totale costerebbe all’impresa, in prima battuta, un ticket di circa 1.500 euro; a questo esborso, nel caso il dipendente impugni il licenziamento e il giudice gli dia ragione, si potrebbe aggiungere un indennizzo per i lavoratori alle dipendenze di imprese con più di 15 addetti fino ad un massimo di 24 mensilità”. Anche se, suggerisce Zabeo, si potrebbe evitare il ricorso al giudice del lavoro attraverso un accordo economico tra le parti.
A soccorso dell’impresa concorre anche la legge di Bilancio 2018, in cui, come ricorda la Cgia, è stato introdotto un nuovo sgravio contributivo Inps del 50 per cento a beneficio delle imprese, per i primi tre anni di contratto a tutele crescenti per i lavoratori under 35 anni e con tetto annuo di 3 mila euro; dal 2019 la soglia si abbassa a 30 anni (non compiuti).
Oltre a ciò, ricorda sempre la Cgia, “lo sgravio previsto per il 2018 salirà al 100 per cento in due casi con la sottoscrizione di un contratto a tutele crescenti per giovani fino a 29 anni, assunti entro 6 mesi dall’ottenimento del titolo di studio che hanno svolto alternanza o periodi di apprendistato per la qualifica e il diploma professionale o in alta formazione, oppure iscritti al programma garanzia giovani; per tutti i disoccupati da più di 6 mesi nelle otto regioni meridionali (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna) assunti a tempo indeterminato; in questo caso gli sgravi saranno possibili solo per una durata di 12 mesi (proroga del bonus Sud), anziché 36 mesi”.