La Stagione di Opera della Fondazione I Teatri Reggio Emilia debutta venerdì 27 ottobre 2017 (ore 20.00, con replica domenica 29 ottobre ore 15.30) al Teatro Municipale Valli con Il trovatore, musica di Giuseppe Verdi, Orchestra dell’Opera Italiana diretta da Andrea Battistoni, Coro Claudio Merulo, regia di Stefano Vizioli. Una coproduzione Fondazione I Teatri Reggio Emilia, Fondazione Teatro Comunale di Modena, Fondazione Teatro Verdi di Pisa su allestimento della Fondazione Teatro Lirico Verdi di Trieste con scene e costumi di Alessandro Ciammarughi e luci di Franco Marri.
Opera amata e popolare, Il trovatore come storia d’amore, di tradimenti e di vendette è uno dei manifesti dell’opera romantica italiana, fosca, violenta e tragica. Le vicende si svolgono avvolte in un’atmosfera tenebrosa, che porta con sé storie di dolore e di tragedia e, infine, di un destino implacabile.
“Come ben diceva Gabriele Baldini in Abitare la battaglia, la drammaturgia del Trovatore si risolve essenzialmente nella musica, ancor più che nelle azioni o nel libretto. […] è un’opera di evocazione, dove i personaggi raccontano fatti preesistenti di cui si ha memoria ma che non sono poi attuati sul palcoscenico.” (S. V.)
L’allestimento, che debutta al Valli e farà poi tappa a Modena e a Pisa, punta sul lato notturno dell’opera, immergendo la tetra vicenda in un’atmosfera onirica, sognante e allo stesso tempo concreta nel rappresentare le tragiche solitudini dei personaggi. Uno spettacolo nel solco di una tradizione rivisitata con garbo: scenograficamente, due imponenti carri e due scale comunicano un senso di oppressione e sono gli elementi cardine intorno ai quali ruota l’azione, dalla trama oltremodo intricata, per comprendere la quale non resta che affidarsi alla piacevole sintesi di Fedele d’Amico, musicologo e critico musicale italiano.
“Siamo tra Biscaglia e Aragona, al principio del Quattrocento. Quindici anni addietro una zingara, Azucena, per vendicare la madre mandata al rogo come fattucchiera dal Conte di Luna vassallo del re d’Aragona, ha rapito uno dei due bambini di lui con l’intenzione di gettarlo nel fuoco, ma ottenebrata dall’orrore di ciò che stava per compiere ha inavvertitamente bruciato, invece, il suo proprio bambino, ed è fuggita via con l’altro. È questi oggi il ‘trovatore’ Manrico, che il nuovo Conte di Luna ha proscritto come seguace di Urgel, un nobile che gli si è sollevato contro; e l’inimicizia tra i due è accresciuta dal fatto che entrambi amano la stessa donna, Leonora, la quale corrisponde al proscritto rifiutando il potente.
Appunto nell’atto di celebrare le nozze con lei il trovatore apprende che Azucena, riconosciuta come la colpevole dell’antico delitto, è stata condannata al rogo, e corre in suo soccorso; ma è arrestato e condannato a sua volta alla decapitazione. Leonora tenta allora di salvarlo promettendosi al Conte nel mentre segretamente beve un veleno; ma la sua morte, inopinatamente rapida, sopravviene prima della liberazione di lui, che perciò è tratto al supplizio. Solo in quel punto la zingara si rende conto di quel che sta accadendo e rivela al Conte chi sia Manrico; ma un attimo troppo tardi, la testa è già caduta. A lei non resta se non gridare al Conte inorridito che la vendetta, quella vendetta che la madre morente le aveva affidato, è compiuta. […]
Notturno attraversato da bagliori di fuoco, Il trovatore è una sorta di ballata popolare sceneggiata da una musica che la solleva nei cieli d’una fantasia incandescente, e la tronca infine senza commentarla, abbattendosi la sua conclusione su di noi come la scure sul capo di Manrico”.
Nel cast: Vittorio Vitelli (il Conte di Luna), Vittoria Yeo (Leonora), Silvia Beltrami (Azucena) Gianluca Terranova (Manrico), Francesco Milanese (Ferrando), Simona di Capua (Ines) Simone di Giulio (Ruiz).