De Chirico e Savinio: una mitologia moderna

Centocinquante opere di Giorgio de Chirico (Volo 1888, Roma 1978) e Alberto Savinio (Atene 1891, Roma 1952) in mostra alla Fondazione Magnani Rocca di Traversetolo rivelano l’importanza del percorso artistico dei due fratelli. Percorso che si è avvicinato, allontanato, intrecciato più volte sottolineando il valore del rapporto fraterno, di incontro e scontro, così determinante nella loro formazione. I Dioscuri dell’arte italiana del novecento furono influenzati dal romanticismo e dal nichilismo tedeschi, dalla cultura classica mediterranea (in particolare modo quella greca) e dall’avanguardia parigina. Da ciò emerse l’estetica metafisica che li portò a trovarsi tra i protagonisti dell’arte italiana del XX secolo. “Tutta la mitologia moderna ancora in formazione ha le sue fonti nelle due opere, quasi indiscernibili nello spirito, di Alberto Savinio e Giorgio de Chirico”: così scrisse André Breton nell’ Anthologie de l’humour noir. La mostra aiuta soprattutto a comprendere questo legame profondo e incomprensibile, a tratti vicino, a tratti distante, ma profondamente unito. Savinio, che aveva inizialmente intrapreso una carriera letteraria e poi musicale, si rivelò determinante nella costruzione dell’estetica metafisica, da sempre attribuita a De Chirico: le visioni letterarie del primo si traducono nelle visioni pittoriche del secondo. Proprio tra i 1909 e il 1911, i fratelli condivisero studi e ricerche filosofiche che approdarono alla definizione dell’estetica metafisica: “nulla ci divideva e in due avevamo un solo pensiero” scrisse Savinio.

I temi comuni di ricerca sono quelli che riguardano gli enigmi della condizione umana, ma la traduzione pittorica dei due fratelli risulta essere molto diversa. Dalle opere emerge la personalità distinta dei due autori: più razionale e mentale Giorgio de Chirico, più visionario e libero Alberto Savinio.

La mostra si suddivide in otto sezioni tematiche: dal mito, alle opere legate all’infanzia trascorsa in Grecia, alla città come scenografia della mitologia moderna, abitata da uomini-manichini, per approdare a temi della tradizione come il ritratto, i cavalli, la natura morta, e infine il teatro. In questa sezione emerge con chiarezza la tendenza alla sperimentazione di Savinio, la capacità visionaria e la libertà che lo contraddistingue. A fianco i bozzetti di de Chirico, che lavorò continuativamente per il teatro per circa mezzo secolo, i cui costumi e le scenografie appaiono legati profondamente a canoni classici.

La mostra, a cura di Alice Ensabella e Stefano Roffi, si rivela interessante per l’accostamento di opere che dimostrano quell’indescrivibile ma avvertibile legame tra i Dioscuri, cha ha così profondamente influenzato l’evoluzione dell’arte del XX secolo.

 

Anna Vittoria Zuliani

***

DE CHIRICO – SAVINIO. Una Mitologia Moderna

a cura di Alice Ensabella e Stefano Roffi

Fondazione Magnani Rocca

Mamiano di Traversetolo (PR)

16 marzo – 30 giugno 2019

 

 

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