Firenze – Il manifesto dell’arte di Virgilio Sieni ha salutato ieri sera alla Pergola gli ospiti della Prima Conferenza delle Capitali europee della Cultura.
La performance sulle 32 variazioni per clavicembalo/pianoforte che Johann Sebastian Bach ha dedicato al suo allievo Johann Gottlieb Goldberg è un caposaldo del canone artistico del coreografo e danzatore fiorentino che ha fatto della città un punto di riferimento della ricerca sui linguaggi della danza contemporanea.
Non si tratta di uno svolgimento lineare del tema con un inizio, una fine e tappe intermedie reciprocamente significanti. Ciascun quadro è l’esposizione di intuizioni e improvvisazioni, sostenute da una tecnica ricercata con estenuata precisione. Va in scena la messa a punto di un linguaggio del corpo che aspira all’impossibile: fermare il tempo, trasformando l’attimo effimero del gesto e del movimento non solo in frammenti di memoria in chi li osserva, ma in qualcosa che solo la ripetizione e la perfezione rendono reale.
Per raggiungere questo obiettivo, Sieni chiede aiuto alle altre muse. Alla musica del “Vecchio Bach”, come Federico il Grande chiamava con rispetto regale il suo più famoso suddito, alle variazioni nelle quali raggiunge il culmine della ricerca musicale, che come la danza è arte che cattura il tempo.
E anche alla pittura, che deposita fisici frammenti della grandezza dello spirito umano. Nel progetto del coreografo, ognuna delle variazioni fa riferimento a un capolavoro della pittura italiana dal 1300 al 1600: dall’aria iniziale intitolata a Piero della Francesca che forse è il più vicino a Bach per la sua algida perfezione stilistica, passando per tutti i grandi artisti figurativi e plastici che hanno contribuito a costruire il nostro immaginario e la nostra coscienza.
“Non vi è percorso nelle Variazioni Goldberg di Bach. Questo lavoro mi appare come un manifesto, qualcosa di più di un vocabolario di percorso, un atto sulle debolezze, le imperfezioni, lo sforzo, le pieghe e le polveri, qualcosa che vuol trapassare il corpo per donarsi alla figura, qualcosa che rende il corpo pagliaccio tragicomico dell’oggi”, avverte Sieni nel presentare uno spettacolo che studia e perfeziona da diciotto anni.
Se l’azione coreografica rispetta questo assunto, Solo Goldberg Variations, con Andrea Rebaudengo al pianoforte, si conferma comunque la storia di un maestro, che trova il suo completamento nel trasmettere agli altri lo spirito e il linguaggio della danza.
La chiave di lettura dello spettacolo si trova infatti nella 30ma variazione, quando il danzatore si immerge, in qualche modo si annienta per risorgere, nel gruppo di dieci volontari che hanno accettato l’invito che il protagonista ha rivolto al pubblico salendo sul palco per danzare insieme con lui.Anche questo lo avvicina a Bach che considerava sua missione quella di insegnare a tanti allievi il senso profondo dell’arte musicale.
Tanti applausi alla fine in un teatro stracolmo in ogni ordine di posto.
Foto: Virgilio Sieni e Andrea Rebaudengo