Danza: il festival di Sieni lancia la “comunità del gesto”

Firenze – “Il mondo ha bisogno di individui che si lasciano attrarre dal senso poetico delle cose”. E’ sempre stimolante un incontro con Virgilio Sieni anche se avviene nell’ambito di una conferenza stampa di presentazione di un festival, il suo festival.

Nulla è mai scontato e ripetitivo se non l’affermazione di alcuni concetti che sono alla base del suo codice artistico. Cominciamo dal titolo del festival che comincia al Cango il 10 ottobre con una grande Festa popolare e si conclude sempre nelle sale del quartier generale della Compagnia Virgilio Sieni  il 30 dicembre incontrando uno degli artisti più attesi Mimmo Cuticchio, fondatore dell’opera dei pupi: “La Democrazia del Corpo 2017”.

Sieni lo ha già detto tante volte, ma è bene ricordarlo perché è un’espressione che tocca  le corde sensibili della nostra società contemporanea:  “Il corpo in primis segna le leggi della democrazia dove, se il più piccolo cede, provoca  gravi problemi al livello centrale”.  Curare il piccolo, vuol dire soprattutto uscire dal gesto quotidiano consumistico e creare “una sospensione per riconoscere qualcosa che attraverso uno sguardo abitudinario trova un rinnovamento”.

E’ la filosofia sulla quale Sieni ha fondato l’accademia del gesto nel Centro nazionale di produzione sul linguaggio del corpo e della danza, ma ora vuole fare un salto ulteriore, ancora più ambizioso: creare una “comunità del gesto” di cui fanno parte tutti coloro che percepiscono il senso poetico delle cose. Spettatori che partecipano e che imparano questo genere di percezione più alto, più sofisticato.

Così, se c’è in  particolare una novità nella “democrazia” di quest’anno è rappresentata da 16 lezioni sul gesto tenute da Sieni, Giulia Mureddu, Maurizio Giunti, Agnese Lanza, Ramona Caia, che precederanno le diverse performance per gli spettatori che lo vorranno per approfondire tutti gli aspetti del linguaggio del corpo e dell’arte della danza.

Sulla lettura approfondita dei dettagli della danza e del gesto si snoda il programma del festival con un programma di spettacoli, pratiche, residenze, laboratori e incontri, soprattutto al Cango con le sue tre sale in via Santa Maria nell’Oltrarno fiorentino “usate in  modo gentile”, cioè senza camuffamenti e orpelli: 12 percorsi rivolti ai danzatori e cicli di incontri di riflessione sull’arte, la natura e l’architettura .

Apre e chiude il maestro coreografo fiorentino:  “Diario di Vita. Isolotto” con  la musica dal vivo di Elvind Aarset al Teatro della Pergola (11 ottobre) che rappresenta come il trait-d’union fra il progetto appena concluso dei Nuovi Cantieri Culturali Isolotto. Sieni danza le sue esperienze di ragazzo nato nel quartiere fiorentino, l’appropriazione del suo corpo e del contesto nel quale si muove colti nel momento della crescita.

Il festival si chiude con “Atlante­_L’umano del gesto” che rappresenta l’incontro tra due maestri Sieni e Cuticchio che intrecciano un dialogo intenso ed emozionante tra opera dei pupi e danza, tra marionetta e corpo (28 > 30 dicembre).

Fra i due eventi, coreografi ospiti, nazionali e internazionali, oltre a presentare propri spettacoli e produzioni sono impegnati in creazioni site specific , percorsi che coinvolgono danzatori  e interpreti non profesisonisti, cittadini di varia età.

Come consuetudine del Festival, alcuni spazi su via Santa Maria, adiacenti a Cango, accolgono cicli di lezioni, incontri e visioni. Nella Falegnameria Frosecchi, Paolo Basetti (curatore del Giardino della botanica superiore di Boboli) tiene sei incontri sull’interazione tra uomo e natura, sull’empatia tra corpo e pianta (19 ottobre; 3, 9, 22 novembre; 7, 13 dicembre); nello stesso spazio viene proiettata una serie di video sui progetti creati da Virgilio Sieni per l’Accademia sull’arte del gesto e viene proposto un ciclo di esposizioni fotografiche a cura di Fondazione Studio Marangoni.

Foto:  Atlante_l’umano del gesto _ Mimmo Cuticchio  e Virgilio Sieni

 

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