Firenze – Gli uomini ballano sulle punte e i passi delle donne, celati sotto le lunghe gonne dei costumi tradizionali, mostrano l’effetto di una passeggiata veloce, dolce e leggera. E’ un’esperienza vedere in scema il Balletto nazionale della Cecenia, che ieri sera nell’inedito teatro all’aperto del Chiostro grande di Santa Maria Novella hanno presentato Vainakh, danze cecene ideate dal direttore artistico Adnan Mazhidov nell’ambito del Florence Dance Festival, diretto da Marga Nativo e Keith Ferrone. Tutto quello che vi potevate sperare di vedere da una compagnia di danza popolare caucasica è arrivato puntualmente: dalle danze liriche delle donne, a quelle bellicose maschili dei tamburi e delle spade. C’era anche il solista che ballava acrobaticamente lanciando coltelli appuntiti sul palco di legno.
In questi balli sono i maschi, vestiti con grandi colbacchi e e lunghe giacche strette in vita (alla cosacca per intendersi) , ad avere la parte principale dello spettacolo per calamitare l’attenzione degli spettatori, mentre le donne hanno un ruolo più contenuto, come il passaggio di nuvole amiche nel cielo dei monti. Impressionante l’uso del tacco – punta, mezza punta dei ballerini: sta nell’opposto movimento dei piedi e delle braccia l’effetto straordinario di questa danza. Tanto leggeri, flessibili nelle gambe, quanto marziali e potenti nelle braccia. “L’incredibile danza sulle punte degli stivali e quella tacco-punta che rimanda a ben altri generi di ballo – scrive Silvia Poletti nella presentazione dello spettacolo – Passi svelti che sembrano scivolare sul terreno senza nemmeno calcarlo; salti che fendono l’aria, giri che sfidano la gravità e portano il ballerino a sfiorare terra prima di tornare a volteggiare in aria”.