Costruito negli anni ’50 dal grande architetto Enea Manfredini per ospitare circa 400 seminaristi, ben prima del Concilio Vaticano II, il progressivo calo delle vocazioni (oggi i seminaristi sono 16) ha reso nel tempo la struttura sostanzialmente inutilizzata se non per piccole parti.
Ma solo un Vescovo, quello attuale mons.Massimo Camisasca ha preso di petto la partita immobiliare: in sostanza il Seminario vescovile di viale Timavo (20mila mq compreso il verde) è in vendita. Non tutto però; l’ala sud-est dello stesso resterà in uso allo Studio teologico e all’Istituto superiore di scienze religiose, ai seminaristi e ai sacerdoti là residenti.
Gli uffici diocesani (ivi compreso il settimanale La Libertà) invece saranno presto trasferiti in via Prevostura, a fianco della Basilica di S.Prospero, dove oggi sono Azione cattolica e Centro Giovanni XXIII. Nel corso di questi ultimi anni il dibattito sull’uso di un complesso così grande per così poche persone (ormai ridotte a decine di unità) non era mai venuto meno. Alcune frange, diciamo così più progressiste, del clero ne avevano anche chiesto la cessione gratuita ai senza-tetto.
La soluzione trovata dal Vescovo Camisasca, dibattuta oggi all’assemblea del clero presso l’oratorio Don Bosco di via Adua, ha messo d’accordo tutti; anche il Comune di Reggio col quale è già stato trovato l’accordo sulla variante al regolamento urbanistico ed edilizio per permettere un uso, delle parti eventualmente vendute in futuro, di “rilevante interesse pubblico”.