“Oltre il danno la beffa”. Sull’onda dello slogan del momento (e siamo solo alla fase 1), si sta cercando di distrarre l’opinione pubblica sulla questione spinosa: il malcostume nella politica. Non si è ancora chiuso il capitolo sugli scandali dovuti alla corruzione, che già ci tocca un altro boccone amaro. Ovvio che dopo decenni trascorsi a farci credere che qualcuno si stava occupando del Paese – e non dei propri affari- ora qualcuno penserà che possiamo continuare ad avere fiducia. Gli italiani hanno esercitato ampiamente la virtù della pazienza, addirittura però adeguarsi al furto legalizzato è abbastanza insopportabile.
Ora la nuova tendenza in casa dei nostri esponenti politici, timorosi di perdere il posto ( fisso), è quella del riciclaggio. Non è una novità, è sempre accaduto anche nelle amministrazioni locali: sistemare ex sindaci o ex assessori in enti (a volte creati ex novo) o nelle aziende partecipate (senza obbligo di concorso) . Ora un fuggi-fuggi generale a caccia del posto sicuro si verifica anche tra i parlamentari. Succede quindi che nel più grande ufficio di collocamento a spese del cittadino -che è quello della politica- ci siano passaggi da una poltrona ad un’altra a volte pure più prestigiosa. Senza nessun ritegno, dopo tre mandati, vediamo l’onorevole Melandri, passare dalla Camera alla presidenza del Maxxi con un intermezzo molto tattico, a carattere umanitario; l’ onorevole D’Alema, del quale conosciamo la carriera politica, già dichiara di passare ad altro importante incarico istituzionale. E staremo a vedere gli altri. Mai che a qualcuno, a parte scrivere libri, venga in mente di cercare lavoro altrove o di crearselo, come tocca alla maggior parte degli italiani. Oppure visti i vitalizi di cui godono gli ex parlamentari, perché non dedicare qualche anno al volontariato, che spesso viene utilizzato come fiore all’occhiello delle campagne elettorali? Basta poi con la finta promessa di portare i nipotini al parco o di andare in Africa, perché non ci crede più nessuno, quasi sempre ritornano. Bisogna avere la verve dell’artista per non cadere nella dipendenza dal potere, che oramai potrebbe richiedere la nascita di vere e proprie cliniche per rieducare ad una vita normale. In effetti bisogna riconoscere che l’unica voce che prese le distanze fu – e non è un caso – una donna e un’artista .Parlo di Franca Rame, che si dimise dall’incarico di parlamentare per tornare al teatro dichiarando pubblicamente “vergognoso prendere così tanto per fare così poco”. Ma purtroppo in Italia di donne in politica ce ne sono poche, e queste poche sono al seguito di qualche leader.
Temo che occorreranno ancora parecchi anni prima di voltare pagina veramente, perché non basta cambiare facce per essere il nuovo. L’azione della magistratura sugli scandali nelle pubbliche amministrazioni è emblematica della situazione, è arrivata prima che dall’interno avvenisse la consapevolezza di un vero riscatto morale. L’abuso dello slogan sulla rottamazione, partito sempre da un artista – in questo caso un comico- per arrivare alla sinistra e ora anche alla destra, ha avuto per ora l’esito di favorire la corsa ad altri incarichi. Del resto non può che essere così in un sistema profondamente radicato. Un vero rivoluzionario ancora molto credibile ai giorni nostri, duemila anni fa insegnava che “non si cuce un pezzo di stoffa nuovo su un vestito vecchio”. Ora, se si vuole pensare ad una nuova stagione politica, il rimedio migliore è un grande impegno civico che operi come coscienza critica. Concedeteci un po’ di populismo, in attesa che i sindacalisti e i politici – oltre a fare chiacchiere- si rimettano a lavorare, potremo vedere seduti su qualche poltrona (che non sia quella di casa) un operaio, uno studente, una casalinga, un pensionato? Purtroppo, è probabile che l’unico partito che vincerà- anche nelle prossime elezioni- sarà quello di coloro che non andranno a votare . La situazione economica la conosciamo, i programmi se ci sono non si vedono, non possiamo sperare che al momento di governare il paese ci salverà il Manuale delle giovani marmotte.