Firenze – La scintilla scatta dalla grande sala del PARC Performing Arts Research Centre delle Cascine e questa volta può dare vita a un fuoco creativo che prepara un futuro diverso. Fabbrica Europa, il festival che più di tanti altri eventi mette la città a contatto con le tendenze artistiche contemporanee, non solo lancia la sua XXVII edizione (dal 3 settembre all’8 ottobre), mantenendo a dispetto del Covid un’apertura internazionale, ma suggerisce concetti e idee per una città diversa e migliore del dopo pandemia.
Tre obiettivi ribaditi da direttori artistici e sostenitori istituzionali nel corso della conferenza stampa di presentazione: apertura, formazione e produzione. Si parla di danza e musica d’avanguardia, ma le stesse indicazioni valgono per tutti gli altri pilastri culturali, sociali, economici su cui si basa l’identità di una città.
Il cuore del festival batte nel Parco delle Cascine, il luogo più emblematico del rapporto dell’uomo in pace con la natura, sempre più “casa della cultura e dell’arte” (Tommaso Grassi, assessore) dove “si ospita, si forma e si produce” (Gabriele Gori, direttore Fondazione CR Firenze).
Partendo dalla sede, dotata di spazi, accoglienti, ampi e tecnologicamente all’avanguardia, si estende con i suoi eventi al Teatro Studio di Scandicci, al Teatro Puccini e al Teatro Cantiere Florida. Una strategia questa che da tempo ha fatto di Fabbrica una autentica manifestazione pan-cittadina.
Come segnale forte della ripresa dopo il lockdown, il Festival viene aperto da una performance firmata da una delle principali coreografe internazionali, Anne Teresa De Keersmaeker. Il Solo Violin Phase, di Rosas, creato nel 1982 a Bruxelles, è proposto all’aperto nel magico scorcio de Le Otto Viottole nel cuore del Parco delle Cascine, interpretato da Yuika Hashimoto e Soa Ratsifandrihana che si alternano in 3 repliche al giorno (3-5 settembre).
Il programma allestito da Maurizia Settembri propone poi alcuni dei più importanti coreografi italiani come Cristina Rizzo con VN/Variazioni criminali coprodotto dal Teatro di Lugano (21 settembre) e Toccare the White Dance (4 ottobre). O come Enzo Cosimi che presenta un dittico dalla trilogia sulla diversità “Ode alla bellezza”, una riflessione che coinvolge minoranze, emarginati, non professionisti. La bellezza ti stupirà nasce da un’indagine sulla figura dell’homeless e sulla sua solitudine nella società contemporanea. Il lavoro è realizzato in collaborazione con le Associazioni dei senza fissa dimora (Teatro Studio, 2 ottobre).
Alessandro Sciarroni chiude il festival con Save the last dance for me, uno studio tra la danza e l’antropologia con cui il coreografo ha ridato vita a un ballo bolognese in via di estinzione, la Polka Chinata, danza di corteggiamento eseguita da soli uomini risalente ai primi del ‘900. (PARC, 8 ottobre). Con loro saranno sulla scena oltre venti artisti giovani che presenteranno il frutto delle loro ricerche coreografiche.
L’avanguardia musicale curata da Maurizio Busìa è rappresentata da Gianni Maroccolo che porta il progetto Alone not alone nella sua prima messa in scena live. Sul palco, con Maroccolo, Simone Filippi, Flavio Ferri, Matilde Benvenuti, Vladimir Jagodic, Mariano De Tassis, senza distinzioni di ruolo, tutti suoneranno tutto. Ospiti, Giorgio Canali e Edda (Teatro Puccini, 12 settembre).
Fra i progetti formativi, il Corso della Musica_ Alla scoperta di percorsi sonori contemporanei lungo il corso dell’Arno – ideato da Fabbrica Europa e curato da Luisa Santacesaria, Francesco Dillon, Simone Graziano. Tre lezioni-concerto l’Arno sulla musica attuale, dall’elettronica alla contemporanea, dal jazz alla musica alternativa, scoprendo nello spazio aperto del parco i racconti, i suoni, gli aneddoti sulla nascita di alcuni brani e il perché di certe scelte compositive, “fermando” flussi di musica come fossero istantanee di suoni e parole. (Parco delle Cascine, 14, 21, 28 settembre).
Assolutamente da non perdere, infine, Dance Wall un’installazione video immersiva per la sala del PARC che attinge in tempo reale dai contenuti presenti nell’archivio storico del Festival, proiettando uno o più video, porzioni o frammenti, sulle singole superfici dello spazio e con specifici trattamenti grafici e scarti temporali. Da una proposta di Maurizia Settembri, l’installazione, un lavoro in progress che crescerà nel tempo, è progettata e curata dal visual designer Tommaso Arosio con la collaborazione di Andrés Morte Téres.
Per il programma completo
INFO Fondazione Fabbrica Europa – PARC Performing Arts Research Centre, Piazzale delle Cascine 4/5/7 – 50144 Firenze Italia +39 055 055 365707 | 2638480 | www.fabbricaeuropa.net
Foto: ALESSANDRO SCIARRONI, Save the last dance for me © Claudia Borgia, Chiara Bruschini