Sarà perché Brescello è conosciuto in Italia per via di Peppone, ma non si capisce perché se ne parli come di un comune retto da un sindaco in odor di mafia. Il giovane Coffrini, il cui incaglio è forse quello di essere figlio del suo predecessore, e magari anche quello di non avere una grande esperienza, ha fatto dichiarazioni leggere su un personaggio oggi processato per un omicidio.
Dichiarazioni che mostrano anche un livello di scarsa propensione a dichiarare. Ma questo basta per chiedere lo scioglimento di quella giunta e consiglio? Ormai, in epoca in cui un movimento espelle un sindaco vittima, e non colpevole, di raggiri malavitosi, e mentre decine di altri comuni sono nel mirino con sindaci indagati, o si trovano elementi per dimostrare che a Brescello ci sono stati effettivi legami tra il sindaco e la malavita o la si smetta.
Ogni personaggio che viene a Reggio, dopo essere arrivato alla stazione Mediopadana, chiede le dimissioni di Coffrini, poi s’informa sull’orario di ritorno. E’ diventata una moda ormai stantia. Uno stile di vita. Come una volta gli schiaffi a quel tipo dei Brutos. Una tendenza naturale.