Da Rapolano un appello per garantire asili nido per tutti

Rapolano Terme – Gli asili nido devono essere parte integrante del sistema educativo e serve una scelta politica nazionale che renda più accessibile questo servizio a tutte le famiglie, con la consapevolezza delle significative ricadute socioeconomiche che può generare, a partire dalla crescita dell’occupazione femminile.

Questo, in sintesi, è quanto emerso dal consiglio comunale aperto e monotematico “Rapolano – Italia. Una proposta al governo e al Parlamento: asili nido per tutti” che si è svolto nei giorni scorsi a Rapolano Terme con la partecipazione, in presenza e videocollegamento, di numerosi relatori. A portare un contributo a distanza all’iniziativa sono stati, fra gli altri, Elena Bonetti, Ministra per le pari opportunità e la famiglia; Paolo Siani, membro della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati e della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza; Alessandra Nardini, assessore all’istruzione e alle politiche di genere della Regione Toscana, e Paolo Peruzzi, direttore generale della Cooperativa Koinè che gestisce l’asilo nido comunale di Rapolano Terme “Jacopo Benedetti”, oltre a numerosi altri interventi istituzionali e di diverse forze politiche. Il tema è stato, poi, sviluppato nel dettaglio da Francesca Bettio, docente di politica economica all’Università degli Studi di Siena e autrice di numerose pubblicazioni sul rapporto fra mercato del lavoro e politiche di genere e di studi sulla sostenibilità economica degli asili nido. L’iniziativa è ancora disponibile sulla Pagina Facebook del Comune di Rapolano Terme e sul canale YouTube del Comune.

“Da un piccolo Comune come Rapolano – ha detto il sindaco, Alessandro Starnini – abbiamo voluto lanciare un grande tema che riguarda tutta l’Italia e milioni di famiglie. L’accesso agli asili nido per tutti deve essere un obiettivo comune che unisce equità sociale, uguaglianza, libertà, maggiore natalità e occupazione, a partire dalle donne. Investire sugli asili nido crea un ritorno fiscale e finanziario per lo Stato e per la società e per questo motivo chiediamo a istituzioni e forze politiche di far proprio questo obiettivo al più presto, mettendo a disposizione risorse permanenti, non legate a bandi provvisori, e rendendo gli asili nido parte integrante della scuola pubblica”. 

L’impegno per garantire le pari opportunità a partire dagli asili nido è stato ribadito da Elena Bonetti, Ministra per le pari opportunità e la famiglia, che ha evidenziato il legame del servizio con i temi della conciliazione e dell’occupazione femminile, la necessità di investire nelle infrastrutture per bambini da 0 a 6 anni per aumentare i posti disponibili e l’impegno del governo per essere sempre più vicini ai Comuni nei costi di gestione. “L’asilo nido fa bene ai bambini, alla loro crescita, alle famiglie e alla società – ha aggiunto Paolo Siani, membro della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati e della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Pertanto, investire sugli asili nido è altamente produttivo e non è una spesa, come hanno confermato anche numerosi economisti internazionali. Il vero problema da risolvere è la gestione del servizio dopo la realizzazione delle infrastrutture e su questo fronte ci stiamo impegnando insieme alla ministra per dare ossigeno ai Comuni”. Sulla stessa linea anche Alessandra Nardini, assessore all’istruzione e alle politiche di genere della Regione Toscana, che ha ribadito l’impegno della Regione Toscana su questo tema per estendere l’accesso agli asili nido e renderli sempre di più il primo luogo per affermare equità e uguaglianza nei servizi educativi. “La Regione Toscana – ha detto Nardini – destina risorse già da anni agli asili nido, ma vogliamo intervenire maggiormente cogliendo le opportunità del PNRR e di altri fondi europei per abbattere le rette di accesso, aiutare le fasce più deboli e favorire maggiore conciliazione e occupazione femminile”.

Asili nido e sostenibilità economica. Un contributo concreto sul tema è arrivato da Francesca Bettio, docente di politica economica all’Università degli Studi di Siena e autrice di numerose pubblicazioni sul rapporto fra mercato del lavoro e politiche di genere e di studi sulla sostenibilità economica degli asili nido. “Gli asili nido devono essere parte del sistema di istruzione e investire su di essi significa andare oltre la domanda individuale e valorizzare la loro capacità, sul piano socioeconomico, di coniugare natalità e occupazione delle madri e dei padri. Questo comporta anche una revisione del servizio, rendendolo più accessibile sia economicamente che sotto l’aspetto organizzativo, come maggiore flessibilità negli orari e nei modelli di gestione”. Sul tema è intervenuto anche Paolo Peruzzi, direttore generale della Cooperativa Koinè che gestisce l’asilo nido comunale di Rapolano Terme “Jacopo Benedetti”. “Gli asili nido devono essere accessibili a tutti perché questo servizio risponde a esigenze educative, occupazionali e sociali, rafforza i sistemi economici locali e favorisce le pari opportunità. Serve, però, un intervento rapido che riveda il sistema generale, dove i costi di gestione sono a carico di Comuni e famiglie mentre i ricavi vanno allo Stato”.

Gli altri interventi. In videocollegamento sono intervenuti, inoltre, Paolo Bianchi, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo “S. Pertini” di Asciano e Rapolano Terme; Susanna Cenni, parlamentare; Simona Bonafè, europarlamentare; Cristina Grieco, già assessore alla pubblica istruzione della Regione Toscana e oggi collaboratrice del Miur; Stefano Scaramelli, vicepresidente del Consiglio Regionale della Toscana; Luciana Bartolini, consigliera regionale. Dalla Sala Consiliare del Palazzo comunale, inoltre, sono intervenute anche le consigliere regionali Anna Paris ed Elena Rosignoli. A unire i diversi interventi è stata la condivisione della necessità di investire sugli asili nido per tutti lavorando, ognuno nel proprio ambito, per destinare sempre più risorse alla crescita del servizio valorizzando come investimento piuttosto che come spesa e tenendo conto delle sue ricadute socioeconomiche.

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