“.. Pàvana un ricordo perduta tra i castagni dell’Appennino”. Tra la nostalgia di Amerigo e la dimensione evocativa di Radici. Pàvana, cantata da Francesco Guccini, poi descritta nei suoi libri, è divenuta luogo-cult dell’Appennino tosco-emiliano. Tra l’altro, è un esempio di sincretismo, perché si trova nel versante toscano (Comune di Sambuca pistoiese) ma è di cultura e dialetto emiliani,
E, alla ricerca delle suggestioni dell’Appennino, percorriamo oggi la via Giardini-Ximenes realizzata nel 1776, che unisce Pistoia e Modena avvicinando i due versanti che hanno molti punti in comune pur mantenendo le proprie identità.
La strada s’inerpica subito dopo Pistoia e troviamo Piazza, una balconata sull’area fiorentina fino ai contrafforti del Pratomagno. E anche a Cireglio, località di villeggiatura da oltre un secolo, un panorama che spazia su buona parte della Toscana.
Giungiamo poi a Le Piastre, un passo (740 m.) che ricorda le grandi imprese del ciclismo.Qui il Reno di Prunetta e il Reno di Campolungo si uniscono. Un fiume, il Reno, che nasce sul versante toscano e scorre poi in Emilia Romagna. Una nota curiosa: a Le Piastre si svolge da 47 anni il Campionato Italiano della Bugia (con annesso Museo della bugia).
A poca distanza, l’imponente mole a tronco di cono della Ghiacciaia della Madonnina dove veniva conservato il ghiaccio che si formava nel fiume sottostante. Sul tragitto che unisce Le Piastre con Pontepetri, si trovavano molte ghiacciaie che, nei tempi in cui non esistevano i frigoriferi, rifornivano le famiglie più abbienti a Pistoia, a Firenze e perfino nel Lazio.
Nei secoli passati la montagna aveva un’economia di sussistenza, basata sulla pastorizia, le castagne, la preparazione del carbone e l’emigrazione stagionale dei boscaioli. Ma in questa zona, a Campotizzoro, all’inizio del ‘900 sorsero impianti siderurgici dove il materiale ferroso, portato a dorso di mulo, veniva fuso utilizzando la legna delle foreste.
Successivamente si è assistito allo sviluppo turistico avvantaggiato dalla ferrovia di Pracchia e dalla via Giardini Ximenes. Peraltro, un turismo di élite era già presente (specie a S. Marcello) nella seconda metà dell’Ottocento.
Saliamo, quindi, al Monte Oppio, il valico (821 m.) spartiacque fra il bacino idrografico del versante tirrenico e di quello adriatico. Sulla destra troviamo Maresca con la foresta del Teso ( e in questa località sorse alla fine del ‘300 la più antica ferriera della Toscana, Museo dal 2016) e Gavinana dove un monumento ricorda la proditoria uccisione di Francesco Ferrucci da parte di Maramaldo.
Dopo Limestre, dove sorge Dynamo Camp, San Marcello pistoiese, che per la sua posizione di ultimo centro prima della salita dell’Abetone divenne il più rilevante di questo versante. Feudo del Conte Guido Guerra poi libero Comune, e capoluogo dell’area. Dopo essere passati vicino a Cutigliano caratterizzato dal pregevole impianto medievale (ricordiamo anche la funivia che porta alla Doganaccia), troviamo altre suggestive località di vacanze: Pian dei Sisi, Piano Sinatico, Le Regine,Pian degli Ontani.
La Giardini Ximenes raggiunge quindi l’Abetone (1440 m.) la più importante stazione sciistica. Un panorama stupendo dalla Val di Luce e dal monte Gomito. A ricordo di questa importante arteria, sul passo furono erette le due Piramidi .
Iniziamo la discesa verso Pievepelago attraversando altre località turistiche: Faidelloe Dogana Nuova (un tempoconfine fra Toscana ed Emilia Romagna). Entrando nel Parco del Frignano troviamo Fiumalbo annoverato tra i borghi più belli d’Italia. Mantiene l’impianto medievale. Edifici in pietra, vicoli e sottopassi con i “voltoni”: scorci da vivere attimo per attimo. Originario di Fiumalbo Claudio Nizzi uno dei più prestigiosi autori di Tex e di gialli, ambientati per lo più in queste località.
Giungiamo quindi a Pievepelago uno dei centri più rilevanti dell’area, punto di ritrovo e sede di eventi a cominciare dalla celebre Infiorata, tradizionale processione su tappeti o meglio mosaici floreali.
La frazione di Roccapelago, conosciuta per il poderoso Castello ma anche per la straordinaria scoperta (avvenuta nel 2011 di circa 80 cadaveri mummificati da 3/5 secoli per la ventilazione della fossa comune unita al clima secco. Ciò ha consentito di studiare abitudini, alimentazione, malattie di una comunità. Un’altra frazione è Sant’Anna Pelago nota anche per gli impianti sciistici . Qui vicino il Lago Santo di origine glaciale, circondato da colline. Più avanti, sulla SP 324 il Passo delle Radici e S.Pellegrino in Alpe con un panorama mozzafiato sulle Alpi Apuane ma noto anche per una curiosità: il confine fra Toscana ed Emilia Romana passa del centro del borgo.
Uscendo dalla Via Giardini ma sempre in direzione di Modena, Riolunato, che vanta uno dei centri storici più caratteristici con la tipica Piazza del Trebbo ed esempi di palazzi medievali. Alle pendici del Monte Cimone (2165 m) con frazioni di epoca molto antica come Castello, Groppo, Serpiano, Brocco. Sullo Scoltenna il Ponte della luna, di epoca romana. Alle Polle (1350 m), con gli impianti di risalita un suggestivo laghetto e un prato circondato da strutture di ristorazione e ricettive. Da ricordare nei tre Comuni le “Capanne Celtiche”, esempio di antiche tecniche.
Anche Montecreto è località sciistica del comprensorio del monte Cimone che ha 50 km di piste tutte collegate tra loro. In un antico borgo medievale. Un magnifico panorama, non a caso scelto da Napoleone come osservatorio. Sestola, detta “La Perla dell’Appennino”, presso la stazione sciistica del Monte Cimone. Ha numerosi monumenti degni di nota tra cui chiese, oratori e la Fortezza – Castello, che ospita diversi musei tra cui quello degli strumenti musicali meccanici, uno dei pochi esistenti.
Verso il Cimone arriviamo all’affascinante Lago della Ninfa. Da segnalare il Giardino Botanico Esperia, oasi ecologico-didattica anche con specie esotiche himalayane e artiche. Dal Monte Cimone la vetta più alta dell’Appennino tosco emiliano in giornate particolarmente limpide lo sguardo può spaziare su 4/10 della Penisola. Dalla Corsica alla Croazia, l’arco alpino e a Sud fino al Monte Amiata e ai Monti Sibillini.
Dopo Sestola, Fanano, la località più toscana dell’appennino modenese perché al seguito dei Medici che vi trascorrevano periodi di vacanza molti fiorentini vi costruirono dimore estive e vari edifici hanno uno stile “toscano”. Nei pressi, la stazione sciistica del Corno alle scale con piste che si diramano a ventaglio da un’altitudine di circa 1900 m. In quest’area, il rinomato Lago Scaffaiolo.
Tornando sulla Giardini Ximenes incontriamo Lama Mocogno, balcone sull’Appennino modenese e reggiano, una delle prime stazioni invernali. Poi arriviamo al maestoso Castello di Montecuccolo (sovrasta un antico borgo) che ricorda il famoso condottiero Raimondo Montecuccoli. E arriviamo a Pavullo, capoluogo del Frignano, struttura di città con il Palazzo Ducale, piacevole dimora estiva degli Estensi di Modena anche per i suoi parchi e viali. Nei dintorni castelli e torri medievali.
Su un altro versante dell’Appennino modenese troviamo Zocca pregevole dal punto di vista naturalistico e urbanistico e Vasco Rossi l’ha resa celebre. Dopo Pavullo, Serramazzoni, San Venanzio passa da Maranello vicino agli stabilimenti della Ferrari . Poi Fiorano, Formigine.. siamo ormai alle porte di Modena.
In foto il Lago della Ninfa