Firenze – A Firenze, il costo del bollino annuale per il controllo sulle caldaie passa da 10 a 20 euro. A darne notizia, il consigliere comunale capogruppo di Frs Tommaso Grassi. “Nuovo anno e nuovi aumenti – si legge nella nota diramata da Grassi – portare da 10 a 20 euro il costo del bollino annuale per il controllo sulla caldaia non ha proprio senso. E non c’è alcun aumento dei costi per l’appalto: è un’imposizione arbitraria”.
Il capogruppo di Firenze riparte a Sinistra commenta il provvedimento della Regione Toscana: “Un balzello inspiegabile: il Comune aveva appena rinnovato la gara e il costo sarebbe stato confermato ma la Regione entra a gamba tesa e impone di pagare di più. Perché? Vogliono far cassa con i soldi della cittadinanza?”.
“La situazione ha qualcosa di paradossale – continua poi – perché il Comune sarà obbligato a far pagare al cittadino ben 20 euro e a girare, salvo compensazioni negative sui trasferimenti regionali, la differenza direttamente alla Regione. Quindi si apre un nuovo capitolo della vicenda: che se ne farà dei soldi la giunta regionale?”
E su questo punto Grassi attacca a tutto spiano: “Se queste sono risorse finalizzate a coprire la mala gestione di Rossi non ci stiamo. Chiediamo con forza che si faccia un passo indietro annullando il rincaro. E crediamo che quantomeno sia giusto far chiarezza sulla finalità del maggior incasso”. Il consigliere dell’opposizione di sinistra in Palazzo Vecchio lancia un’idea: “Proponiamo che le maggiori entrate siano destinate a interventi per cambiare gli impianti più vecchi, alle famiglie che non riescono a farlo per motivi economici, e anche a coloro che abitando in condomini centralizzati entro 6 mesi dovranno mettere le valvole termostatiche, salvo incorrere in sanzioni pesanti, e infine che una quota parte sia riversata ai Comuni per progetti per riduzione delle emissioni in atmosfera degli impianti in edifici pubblici”.
“E’ vero che così la cittadinanza dovrebbe comunque pagare di più rispetto al passato ma quantomeno avremmo un miglioramento dell’ambiente – conclude Grassi – e i soldi sarebbero spesi per aiutare chi ha difficoltà economiche e non per coprire i buchi di bilancio di amministratori incompetenti”.