Sono riusciti a passare dalla parte del torto “bruciando” un patrimonio di ragioni al netto della coerenza. Era scritto sul programma del Pd, i sindaci avevano già votato a favore a più riprese e soprattutto lo voleva il 68% degli italiani che si erano recati al referendum sull’acqua. D’accordo c’era quell’indebitamento pazzesco e una conformazione societaria che avrebbe fatto rivoltare (nella tomba) i bilanci comunali ma insomma almeno da un punto di vista ideale avevano già vinto loro.
Eppure le sceneggiate portate avanti durante e subito dopo l’esito (scontato, basterebbe questa volta immodestamente, leggere di più o meglio 7per24) del consiglio comunale hanno polverizzato il tesoretto di cui sopra. Urla sguaiate dagli spalti di sala Tricolore all’indirizzo del sindaco, che hanno fatto andare in bambola la presidentessa Emanuela Caselli sbagliatasi pure a votare. “Agguato” in piazza Casotti al giovin consigliere Dario De Lucia che si era pure preso la briga non richiesta di difendere la linea dei soloni Pd. Il De Lucia è stato affrontato da una pasionaria che l’ha costretto con microfono e megafono ad improvvisare un botta e risposta manco fossimo sotto i riflettori di un Servizio pubblico en plein air.
Inseguimenti fisici ai danni di Federico Montanari (arrivato all’ultimo perché di ritorno dal funerale della nonna) difeso poi da Pierluigi Saccardi che ha spiegato agli esagitati che il ritardo del Montanari era dovuto al lutto di un proprio caro. Il tutto sotto una pioggia di fischi, applausi ironici e cori da stadio al grido di “vergogna (passi), pezzi di…(un po’ esagerato ma folkloristico) e figli di…(da censura)”.
Da Acqua Bene Comune a Vaffa Pene in Comune.