Cucù, la falce e martello non c’è più. Cala sempre più inesorabile la damnatio memoriae sul simbolo comunista

L’iconoclastia antisovietica, con grande scorno dei putiniani nostrani, prosegue imperterrita in Ucraina e in tutti i Paesi dell’Europa orientale che per decenni hanno vissuto sotto la dittatura comunista

La falce e martello è stata deposta, d’ora in avanti sulla colossale Statua della Madre Patria che domina Kyiv al posto del simbolo del comunismo e della ultra settantennale dominazione sovietica sull’Ucraina c’è il “Tryzub”. Sul gigantesco scudo (13 metri x 8 metri) impugnato dalla Vittoria ora troneggia il triangolo ucraino. Che non è affatto un simbolo “nazista”, come la propaganda putiniana, rimbalzata e diffusa incessantemente sui social anche a Reggio Emilia da attivisti antiamericani e nostalgici del comunismo, da tempo strombazza. Al contrario, il Tryzub è il simbolo dell’identità nazionale ucraina da piú di 1.000 anni, era l’emblema del primo nucleo statuale ucraino e di tutti i principati di Kiyv. La gigantesca statua fu inaugurata nel 1981 da Leonid Breznev per celebrare la vittoria sovietica nella II Guerra Mondiale. Il suo autore, lo scultore di regime Eugenjii Vucetic, non fece in tempo a vederla realizzata perchè morì qualche anno prima. Ne esiste una copia quasi identica anche a Volgograd, città recentemente di nuovo ribattezzata da Putin “Stalingrado”.

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