Il Cubismo, da La Voce alla mostra del Metropolitan

Firenze – La Firenze dei primi anni del Novecento ha un ruolo decisivo nel rinnovamento della società italiana, è un luogo percorso da fermenti innovatori dove ferve il dibattito tra  vecchio e  nuovo. E’ qui che Papini e Prezzolini daranno vita a “La Voce” rivista di idee ma che con concretezza  indagherà sugli aspetti più diversi con l’obiettivo di sprovincializzare la cultura italiana. Nella prima pagina, nel numero del 7 dicembre del 1911, un intervento del critico francese Henri Des Pruraux dal titolo “Intorno al cubismo” che fa seguito a quello dell’estate a firma di Ardengo Soffici ha come illustrazione “Il mulino a olio” di Pablo Picasso: è la prima immagine cubista che appare sulla stampa italiana,  destinata a non passare certo inosservata dai Futuristi.

Oggi il celebre paesaggio, “The Oil  Mill”, un olio su tela,  dipinto nell’estate del 1909 a Horta de Ebro in Catalonia, fa parte della straordinaria collezione di Leonard A. Lauder donata al Metropolitan Museum of Art di New York e in mostra per la prima volta al pubblico, fino al 16 febbraio, “Cubism: The Leonard A. Lauder Collection” a cura di Emily Braun e Rebecca Rabinow . Oltre a Picasso, George Braque, Juan Gris e Fernand Léger sono i protagonisti della collezione, la più grande di un soggetto privato mai  dedicata al Cubismo, formata   da ottantuno pezzi, tra dipinti, lavori su carta e statue, in particolare 17 opere di Braque, 15 di Gris, 15 di Léger e 34 Picasso,  realizzati tra il 1906 e il 1924, oltre a un numero senza precedenti di “papiers collé” di Juan Gris e un vasto assortimento della serie “Contrasts of Forms” di Fernand Lèger. Le opere sono state raccolte da Leonard Lauder nel corso degli ultimi quaranta anni, le prime due opere  Cubiste furono acquistate nel 1976, via via sono state aggiunte le altre selezionate con grande accuratezza e suprema qualità fino a dar vita a una collezione senza precedenti nel mondo.

Tra i capolavori in mostra “The Scallop Shell” ( 1912)  , “Woman in a Chemise in an Armchair” (1913-14) di Picasso, “Fruit Dish and Glass (1912) di Braque, il primo collage Cubista mai creato.  “ After having made the papier collé, I felt a great shock, and it was an even greater shock for Picasso when I showed it to him” ricorderà poi l’artista in merito all’opera che fu realizzata quando era  in vacanza nel sud della Francia  con Picasso nell’estate del 1912. E ancora grandi capolavori come “Composition” ( The Typographer) 1918-1919 di Léger uno dei lavori Cubisti più grandi mai realizzati che riflette l’interesse dell’artista per la condizione dell’uomo che lavora e il fascino per i simboli della moderna Parigi, dalla pubblicità all’architettura. Fanno parte della collezione anche una serie di collages creati da Gris nella prima metà del 1914, molti dei quali evocano il losco personaggio della serie criminale molto popolare in Francia,  “Fantomas”. In “ Man at the Café” del 1914 , l’oscura figura nasconde il suo viso con un giornale e ancora una volta è riuscito a farla franca, quasi come gli artisti del Cubismo nei loro giochi di inganno visuale; impossibile a questo proposito  non ricordare il  coevo “Teppista” di Ottone Rosai. Firenze e Parigi ancora una volta le loro strade si incrociano.

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