Prato – Il giornalista e conduttore radiofonico Giuseppe Cruciani è stato ospite a Prato a “Libri d’Italia”, per parlare del suo ultimo libro “I fasciovegani. Libertà di cibo e di pensiero”, ovvero come tentare di smontare in chiave ironica i falsi miti di uno stile di vita basato su una dieta alimentare che metta al bando sulla tavola i cibi e i prodotti di natura animale.
È sicuramente un giornalista che promuove le libertà individuali, probabilmente eredità di una militanza nel partito di Pannella sia del pensiero e delle azioni e dedica questo suo ultimo lavoro,”I Fasciovegani”, all’amore, e non è un paradosso,verso gli animali: “Chi ama gli animali li ama sia vivi che morti, è vero che noi gli animali li ammazziamo ed è giusto farlo per mangiarli.”
Purtroppo, ha ricordato poi Cruciani, da questa affermazione sono scaturite le minacce da parte di alcuni animalisti estremisti, a cui ha risposto accettando l’invito della casa editrice di Elisabetta Sgarbi, pubblicando questo libro, che è un modo efficace e, perché no, intelligente,per ribattere al veganesimo imperante.
Si comincia dal titolo che non ha niente a che vedere con l’ideologia fascista, anzi avrebbe dovuto chiamarsi “Nazivegani”, ma poi per una scelta di opportunità editoriale la scelta è caduta sul titolo attuale. In queste pagine si parla di quella che a tutti ormai sembra che il “veganesimo” sia una specie di fondamentalismo alimentare che affonda le proprie radici in una moda di animalismo militante.
La gravità di questo movimento dai paradossi alimentari è che esso sfoci in vere e proprie assurdità come ad esempio il non sedersi del vegano accanto a chi mangia carne, per timore di essere contaminato; le manie portate all’eccesso sulla preparazione dei cibi, e qui Cruciani racconta di un suo amico che a cena chiese una ribollita. Al cameriere gli domandò com’era fatto il brodo, perché se di carne non lo avrebbe mai mangiato.
Narra poi delle stranezze della figlia di Celentano secondo la quale il mondo sarebbe un posto migliore senza l’uomo, o di chi, se fosse entrato in casa propria un topo, gli avrebbe chiesto gentilmente di uscire o di chi altro che ogni tanto si mette a quattro zampe perché cosí vorrebbe capire il punto di vista animale sulla vita!
Una filosofia, quella vegana, che Cruciani paragona alla dittatura ideologica di Pol Pot, leader degli khmer rossi cambogiani che negli anni Settanta ambiva, con feroce rivoluzione comunista, a creare un uomo nuovo: anche qui si tratta, ha affermato Cruciani, di “forgiare un uomo nuovo, cambiare la mentalità degli esseri viventi del pianeta, annullare le diversità in nome dell’uguaglianza assoluta fra uomo e animale e i vegani cominciano dai bambini il cui sangue non deve essere contaminato dal cibo animale, perché non devono avere alcun contatto con gli animali, perché impuri.”
L’importanza della tolleranza e del rispetto nei confronti dei non vegani, invece, riporta il giornalista Coppini all’astrofisica Margherita Hack teosofista per nascita e vegana, ma che mai avrebbe impedito a tavola che fosse portato in sua presenza un piatto a base di carne. E Cruciani ne ha ricordato l’intelligenza e l’ironia al punto che gli sarebbe piaciuta l’idea che in una puntata alla radio “inventarsi” una telefonata con lei immaginando un dialogo intergalattico sui vegani.
Oggi comunque ha affermato Cruciani, “siamo riusciti a impedire l’onda verde che ci avrebbe travolti, siamo riusciti ad evitare la Caporetto dell’alimentazione, ma è una vittoria recente se neanche pochi mesi fa su una pagina di un noto tabloid inglese campeggiava la scritta il mondo diventerà vegano.”