I carabinieri di Bologna hanno smantellato due cartelli di imprese di pompe funebri che, secondo le accuse, controllavano le camere mortuarie dei due principali ospedali cittadini riuscendo in pratica ad avere il monopolio nell’aggiudicazione dei servizi funebri. Sono 30 le misure cautelari e 43 le perquisizioni eseguite da 300 militari che hanno sequestrato un patrimonio di 13 milioni di euro, oltre a Bologna anche Ferrara, Modena, Rimini e Gorizia.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bologna, hanno consentito di disarticolare una vera e propria associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e riciclaggio. I due cartelli, come accertato dagli investigatori, si spartivano i servizi nelle camere mortuarie dell’Ospedale Maggiore e del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, ottenendo di fatto il monopolio nel settore.
Nemmeno il tempo di aspettare che la famiglia potesse realizzare di aver perso un proprio caro e lì, fuori al capezzale, c’era un dipendente di una delle imprese funebri avvisato per tempo in cambio di almeno 200 euro dall’infermiere, che incontrava i famigliari. Otto infermieri coinvolti tra l’ospedale Malpighi- Sant’Orsola e il Maggiore. Cinque all’ospedale universitario di via Massarenti. Al Malpighi, infatti, gli infermieri capeggiati da uno di loro segnalavano in cambio di 250 euro il caro estinto, e prendevano fino a 100 euro per poterli vestire. «Tariffe» più basse al Maggiore, un caro estinto costava fino a 150 euro. Due gli infermieri coinvolti. Tutti addetti alle camere ardenti. In più, a loro volta le imprese funebri chiedevano alcune somme di denaro in contante ai famigliari. Giustificandolo con «spese per le tasse cittadine». Il loro modus operandi era lo stesso, per entrambe le organizzazioni che sapevano in modo tacito di doversi lasciare campo e di non prestarsi i piedi.
Ai vertici, sempre secondo i Carabinieri, c’erano rispettivamente Giancarlo Armaroli, 68 anni, della Rip Service srl e Massimo Benetti, 63 anni, della Cif srl di via Zanardi, il consorzio che mette insieme tra le maggiori imprese funebri della città. Entrambi sono stati arrestati alle prime ore dell’alba. Contemporaneamente agli arresti, ben 30 su una settantina di indagati, i militari dell’arma hanno sequestrato diverse società. Sigilli posti anche alla Franceschelli Srl, alla Lelli srl, e alla Oreste Golfieri. Il giudice Alberto Ziroldi, su richiesta del pm Augusto Borghini, ha fatto sequestrare anche 5 immobili, 35 altre sedi societarie locali e 75 veicoli utilizzati dalle aziende per i servizi mortuari, per un valore complessivo di 13 milioni euro.