Sembra proprio che al mondo non interessi il sacrificio della vita dei cristiani del Medio Oriente e dell’Africa. E più il Papa richiama la comunità internazionale a non volgere lo sguardo davanti al “crimine inaccettabile”, e più l’Occidente pare disinteressarsi della persecuzione e del sangue sparso dai cristiani nei focolai più critici del mondo. Dal Pakistan (Lahore) alla Nigeria (nel nord del paese), dall’Iraq (Moussub) al Kenya (Garissa), dall’Egitto alla Siria, l’immane cimitero di cristiani si espande nel più profondo silenzio di chi, invece, ben conosce i genocidi, vista la sua storia recente.
L’Occidente, tronfio nella sua ricchezza, dopo aver rinnegato le sue origini cristiane, ora rinnega anche i fratelli cristiani, straziati nella sofferenza e nella morte.
Ma chi è Caino? Chi uccide o chi lascia uccidere?
Papa Francesco, la sera di venerdì santo al Colosseo, ha parlato di “silenzio complice” poi, sullo stesso registro, il lunedì di Pasqua, l’ha definito un “assistere muto e inerte”: lo stesso immobilismo, favoreggiatore e laconico, di chi potrebbe fare qualcosa per proteggere i cristiani perseguitati, ma non lo fa.
L’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme non ci sta e si dissocia da questo colpevole mutismo.
Il suo compito, da sempre, è di sostenere le opere della Terra
Santa, così come della Palestina, della Siria, della Giordania. Ultimamente, con un occhio pietoso, anche verso l’ampia zona del Medio Oriente, servita dai Francescani della Custodia.
Se l’antico ruolo dei Cavalieri era di difendere i luoghi santi, i pellegrini ed in particolare il Santo Sepolcro, ora intende sostenere e garantire la presenza dei cristiani nei luoghi che hanno visto nascere il Cristianesimo e diffondersi nel mondo, partendo proprio dall’Occidente.
Quei cristiani che hanno vissuto eternamente in una “terra di confine” oggi sono scacciati, perseguitati, violentati,
uccisi.
Non può mancare la pietà al loro pensiero, la carità verso quelle vite minacciate, la compassione di fronte alle abitazioni saccheggiate e rivendute, la commozione per una intera società distrutta.
E quale miglior modo per ricordarli e sostenerli se non attraverso la responsabilità e l’impegno della preghiera?
Il “mondo” pensa che la preghiera sia una bazzecola, un’inezia, un niente; ma sappiamo bene che la forza della preghiera può cambiare la storia!
(Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme,
delegazione di Reggio Emilia)