Parigi – Una tassa Jean Valjean per rimediare al disastro economico e sociale provocata dall’epidemia di coronavirus. L’imposta, intitolata al protagonista dei Les Miserables di Victor Hugo, dovrebbe essere destinata a rimediare le catastrofiche conseguenze del virus che hanno colpito soprattutto le fasce della popolazione più bisognosa. A reclamarla è Il popolare attore francese Vincent Lindon che ha fatto irruzione sulla scena mediatica francese con critiche al vetriolo al governo francese per la sua gestione della crisi Covid 19 .
Lindon, che già nell’ottobre scorso aveva firmato una petizione al residente Emanuel Macron per “salvare il sistema ospedaliero” che ancor prima della crisi del Covid navigava in mille difficoltà, ora ritiene che “i ricchi “ dovrebbero in questa occasione dare un contributo di solidarietà in modo da distribuire 2.000 euro alle famiglie più povere.
“A periodo eccezionale, contributo eccezionale”, pensa Lindon secondo cui basterebbe tassare i patrimoni superiori ai 10 milioni di euro con un’imposta supplementare dall’1 al 5%. Secondo Lindon la tassa Jean Valjean, personaggio che l’attore sogna di interpretare un giorno, farebbe così affluire un contributo dell’ordine di 37 miliardi da ripartire ai 21,4 milioni di famiglie troppo povere per pagare l’imposta sul reddito.
Lindon, che da tempo rimprovera a Macron la sua inclinazione per la “pompa e i riti della monarchia” si dice soprattutto preoccupato della crisi sociale che si annuncia legata anche “all’esplosione delle ineguaglianze” durante la quarantena. L’attore si chiede anche come sia possibile che la Francia “sesta economia del mondo, abbia potuto disossare gli ospedali” fino a dover ricorrere a una misura “medievale come il confino” per evitare di ingolfare il sistema medico che fino agli anni 2000 era considerato il migliore al mondo.
L’intervento di Lindon interviene proprio mentre la Francia sta ultimando i preparativi per allentare a partire di lunedì prossimo le misure di confinamento. L’attività dovrebbe riprendere molto lentamente con modalità ancora un po’ confuse, per quello che riguarda la riapertura delle scuole e il funzionamento dei trasporti. Comunque si dovrebbe poter circolare a partire dall’11 senza attestazione e sospingersi fino a 100 km da casa.
Secondo uno studio di epidemiologi e ricercatori pubblicato oggi da Le Monde, il piano del governo sarebbe incapace di bloccare una seconda ondata di epidemia che colpirebbe ospedali già messi a dura prova da due mesi di lotta contro il coronavirus. Il loro pessimismo sarebbe legato all’assenza di misure specifiche per le persone più a rischio.
Negli ultimi giorni comunque sta attirando l’attenzione dei commentatori l’incrinatura tra Macron e il primo ministro Edouard Philippe, che finora sembrava destinato a fare soprattutto da parafulmine al presidente alle critiche e alla profonda sfiducia dei francesi nella gestione della crisi. Tutta la stampa francese ha rilevato “tensioni” tra il tandem che dirige il paese che si traducono in profondi divari linguistici nell’analisi della crisi quando non in smentite vere e proprie.
Una tensione che a molti ricorda il clima ai vertici del paese, tra Nicolas Sarkozy e Francois Fillon. La battaglia finora confinata alle parole ma che viene interpretata come un crescente attrito tra i due, desta non poca preoccupazione data la gravità del momento. Va anche detto che l’atmosfera è tutt’altro che serena, non solo per le difficoltà di far fronte alla crisi ma anche al calo di fiducia dei francesi nei loro governanti, nelle mille polemiche, come quella della penuria di mascherine che non viene perdonata, e le decine di denunce da parte di medici e privati cittadini per a gestione sanitaria dell’epidemia.
C’è infine chi non esclude che il cambio di tono di Philippe sarebbe anche dovuto al timore di essere coinvolto e giudicato per la strategia imposta al paese e che quindi sarebbe un modo di distanziarsi da Macron per preparare la sua difesa.
Foto:il cartello del film Les Misarables