Firenze – “Ora si deve mettere in sicurezza il Paese, per questo ci vuole un governo che dia garanzie, sicurezza e stabilità. Quindi occorre che il Pd abbia il tempo per preparare il congresso per il quale lo statuto prevede un tempo minimo di quattro mesi”. Enrico Rossi ha messo a punto la sua posizione nel dibattito aperto nel Pd sul dopo referendum e le dimissioni di Matteo Renzi.
Avvicinato dai giornalisti dopo la presentazione di un accordo con la Banca Europea per gli investimenti da 250 milioni da destinare alle infrastrutture e agli interventi contro il dissesto idrogeologico, Rossi ha risposto a una domanda sulle indiscrezioni da Bruxelles sulla possibilità che i conti italiani siano seguiti dalla “troyka” di fronte alle incertezze politiche: “Non c’è bisogno di alcuna troyka – ha detto – abbiamo un Parlamento, un presidente della Repubblica che sono perfettamente in grado di affrontare la crisi con energia e di dare risposte ai problemi e alle esigenze di stabilità”.
Commentando le dichiarazioni di alcuni esponenti di partito riguardo al fatto di “ripartire dal 40% degli elettori che hanno votato Sì”, Rossi ha detto che si tratta di un errore “da giovani” quello di considerare acquisito politicamente il risultato di un referendum: “Quando ci fu quello sulla scala mobile ottenemmo il 45% e ci consolammo pensando di poter ripartire da quel risultato: alle elezioni successive ottenemmo il 26,5%. Nei referendum i voti si mescolano”.