Firenze – Una situazione economica allo stremo. I dati li dà Potere al Popolo, che rende nota la sua analisi e la ricetta per fronteggiare l’inevitabile e attesa crisi. Le stime più ottimiste che girano nei vari convegni di economisti, parlano di una flessione del PIL di circa otto-dieci punti per il 2020 con un rapporto debito/pil che sfonderà quota 160% e una disoccupazione che si avvicinerà al 20%.
Se è ormai conclamato che per fronteggiare una crisi così pesante serviranno risorse ingenti per supportare i lavoratori, le famiglie e le imprese, il problema senz’altro è: dove trovare questi soldi? Semplificando, dicono da Pap, le ricette sono sostanzialmente due o si contrae nuovo debito pubblico o si socializza una parte della ricchezza privata. “Come Potere al Popolo ci opponiamo fermamente a qualsiasi ipotesi di adesione alla logica del debito in ogni sua forma (MES compreso)”.
Dall’analisi della situazione nazionale, emergono i dati ben noti. Ad esempio, la forte diseguaglianza economica, dal momento che il patrimonio del 5% più ricco degli italiani (titolare del 41% della ricchezza nazionale netta) è superiore a tutta la ricchezza detenuta dall’80% più povero.
Ed ecco la proposta di Pap: “Crediamo sia necessario attuare una misura che fino ad ora non è stata mai presa seriamente in considerazione: la socializzazione di una parte della ricchezza privata attraverso una patrimoniale modellata su criteri di progressività (con scaglioni dallo 0,5% al 10%) ed equità, che interesserebbe il 15% più ricco della popolazione”.
Si tratta di una misura, dicono da Pap, che secondo le stime genererebbe risorse per oltre 450 miliardi di euro. “Il Governo non ha alibi: il fisco non è materia UE e le normative nazionali e internazionali permettono di agire in tal senso immediatamente. Inoltre è bene smontare una volta per tutte la favola della fuga dei capitali all’estero: con i controlli e i sistemi attuali questo non è praticamente più possibile. In conclusione, si tratta solo e semplicemente di una questione di volontà politica”.
L’utilizzazione di queste risorse dovranno, secondo Potere al Popolo, essere incanalate necessariamente su “reddito e fondi di emergenza per tutte e tutti (lavoratori dipendenti, autonomi, partite IVA, etc.) in attesa di procedere ad una legge sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario e ad una razionalizzazione e riorganizzazione delle attività produttive. Si deve procedere a nazionalizzazioni e ad un programma di intervento pubblico generale finalizzato alla transizione ecologica e sociale e ad un piano economico-industriale nazionale finalmente di largo respiro”.
Contrarietà assoluta invece per quanto riguarda l’utilizzazione del MES. “Contrarre nuovo debito con il MES rappresenta un vero e proprio cavallo di Troia, un meccanismo finanziario che, abbinato al programma OMT (acquisto di titoli di Stato da parte della BCE), finirebbe per limitare la sovranità democratica del nostro Paese. Un’operazione non a caso sostenuta da banche e Confindustria per commissariare di fatto l’Italia e impedire qualsiasi misura anche solo potenzialmente lesiva dei loro profitti”.
In sintesi, secondo Pap, “patrimoniale, nazionalizzazioni e reddito di emergenza sono le misure necessarie per affrontare questa crisi sociale, economica e sanitaria”.
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