Qualcosa vorrà pur dire se venerdì sera a sentire Veltroni c’erano quatro gatti e domenica una folla per Renzi. Non ci si può aggrappare nemmeno al meteo, inclemente per tutto il fine settimana dunque equo. E poco importa se Renzi è tornato a Reggio per la terza volta in un anno a ripetere il solito mantra senza dire nulla di nuovo.
Applausi a scena aperta quando il “rottamatore” dice che D’Alema è ora che si faccia da parte, che “Pci e Dc hanno cambiato nome quattro volte in vent’anni ma le facce sono rimaste le stesse”. Ancora applausi quando se la prende con Casini e Vendola. E Grillo? L’ultima volta alla domanda del nostro direttore sull’argomento se l’era data a gambe, questa volta lo attacca, ma fa suoi alcune istanze che vengono dal mondo “grillino”: “Grillo è insopportabile quando lancia accuse assurde, le cose che dice si smontano facilmente. Il Pd deve proporre il dimezzamento dei parlamentari, l’eliminazione del vitalizio e ridurre le indennità politiche. Questi sono i temi di Grillo e quelli di cui parla la gente, o saremo capaci di interpretarli o saremo travolti dal qualunquismo”.
Renzi scalda la platea quando promette, in caso di vittoria delle primarie, “un clima di cambiamento che porterà una nuova linea politica”. E in caso di sconfitta? “Tornerò a fare il sindaco di Firenze, non voglio premi di consolazione”.