“Comunicare la crisi climatica. Si può fare una poesia che parli di risparmio ed energia”: questo il titolo dell’evento promosso dalla società di utility Estra di Prato in occasione del Bilancio di Sostenibilità 2022 dell’azienda. Protagonisti del convegno, moderato da Laura La Posta, caporedattrice de Il Sole 24 Ore, Saura Saccenti responsabile Sostenibilità di Estra Spa; Fabiano Ventura, presidente dell’associazione Macromicro, fotografo paesaggista e project manager del progetto “Sulle tracce dei ghiacciai”; Stefano Caserini, docente di mitigazione dei cambiamenti climatici al Politecnico di Milano; Mauro Buonocore, direttore Comunicazione e Media, CMCC – Fondazione centro EuroMediterraneo sui Cambiamenti Climatici; Serena Giacomin, fisica, climatologa e presidentessa Italian Climate Network.
In apertura Saccenti ha ricordato il lavoro svolto da un team di professionisti che hanno permesso al Gruppo Estra di riportare importanti risultati di bilancio e ha focalizzato il suo intervento sugli Stakeolder e l’Ambiente: “Le immagini e le frasi del nostro Bilancio di Sostenibilità provengono dai materiali realizzati dai bambini nell’ambito di “Scuole Viaggianti”, un nuovo progetto di Estra per le scuole che ha coinvolto 40mila studenti del Centro Italia.
“Dall’ascolto di sogni e desideri dei bambini – ha detto – abbiamo voluto costruire i nostri progetti e le nostre azioni, per un impatto positivo sull’ambiente e sulle comunità. Una scelta tesa a dare valore e risalto al percorso intrapreso, per costruire un’idea di Responsabilità Sociale d’Impresa, e per dare linfa e motivazione alle azioni intraprese verso un impatto positivo sull’ambiente. Iniziare con i ragazzi è doveroso, dal momento in cui saranno proprio loro a dover vivere e costruire quel futuro che noi tutti auspichiamo. Il nostro compito è lasciare loro il mondo che vorrebbero ed è l’impegno che si è assunto Estra. Questo bilancio vuole essere un invito agli Stakeholder a fare altrettanto: lasciarsi ispirare dalle idee dei bambini per costruire un futuro all’altezza dei loro sogni”.
Un incoraggiamento ad attuare una politica energetica sostenibile e soprattutto a comunicarla perché sul clima non ci si può più permettere alcun ritardo. E a questo proposito illuminante è stata la visione in sala del report fotografico curato da Fabiano Ventura che con il suo progetto “Sulle tracce dei ghiacciai” si è avvalso del contributo di fotografi specializzati e di scienziati glaciologi, per coniugare la comparazione fotografica e la ricerca scientifica al fine di analizzare gli effetti dei cambiamenti. E attraverso una serie di spedizioni sui ghiacciai montani più importanti della Terra (durate più di dieci anni) sono state effettuate misurazioni glaciologiche e nuove riprese fotografiche che riproducono lo stesso punto geografico nel medesimo periodo dell’anno di quelle realizzate dai fotografi-esploratori di fine ‘800 e inizio ‘900. L’arretramento dei ghiacciai evidenziato dai confronti fotografici è divenuto un «case study» per prendere coscienza delle conseguenze dell’evoluzione climatica.
“Il forte potere di comunicazione dei confronti fotografici – così Ventura – unito ai risultati della ricerca scientifica contribuiranno a sviluppare una maggiore consapevolezza dell’impatto delle attività antropiche sul clima e sull’ambiente e, di conseguenza, sulla qualità della vita dell’uomo. Inoltre la diffusione dei dati raccolti attraverso il progetto è per promuovere politiche economiche compatibili con la salvaguardia delle risorse naturali per le generazioni future”.
In collegamento, Serena Giacomin ha invece parlato delle emergenze climatiche: “Affrontare il cambiamento climatico vuol dire mettere in campo con urgenza azioni di mitigazione e azioni di adattamento. Se con azioni di mitigazione intendiamo tutte le strategie volte a ridurre le emissioni di gas climalteranti (gas serra) in atmosfera, con azioni di adattamento pensiamo a quelle operazioni capaci di ridurre già da oggi gli impatti dell’estremizzazione climatica. La formazione rientra a pieno titolo nelle azioni di adattamento necessarie per una miglior valutazione e gestione del rischio climatico. È nostro preciso dovere consegnare ai ragazzi i migliori strumenti che abbiamo a disposizione per affrontare un futuro segnato già dal riscaldamento globale. E la consapevolezza è lo strumento adatto, altrimenti le future generazioni avranno un clima sempre più difficile da sopportare”.
Un vero e proprio grido di allarme è auspicabile che sia ascoltato da tutti anche se non mancano nella nostra società i negazionisti. E su questo pericolo si è incentrato l’intervento di Stefano Caserini che ha parlato delle responsabilità umane riguardo il cambiamento climatico. “È necessario un cambio di atteggiamento circa l’attuale sistema energetico per costruirne uno basato sull’efficienza, altrimenti il nostro pianeta non sarà più un posto per vivere. È ormai evidente che la paura e il senso di colpa non sono stati efficaci nel motivare le persone, le imprese, la politica e la società a modificare i propri comportamenti. Dobbiamo investire nella scoperta, nell’analisi e sostenere le alternative possibili. La spinta per superare questa paralisi può venire dal riuscire a vedere un altro futuro possibile.
Sul clima progressi e battute d’arresto si sono alternati negli ultimi anni sul tema del riscaldamento globale. Perché se è vero che il tempo è sempre più scarso, – ha concluso Caserini, – la “buona” notizia è che la storia di come gli esseri umani del XXI secolo hanno cambiato il clima del pianeta è in buona parte ancora da scrivere. “Le scelte che faremo nei prossimi decenni conteranno sempre di più.Questo al fine di evitare i frequenti colpi di frusta climatici che metteranno a dura prova la complessità del sistema che mina le opportunità che si potrebbero di ricavare”. (In Liguria attraverso la tecnologia aeroponica, ancora pionieristica in Italia, si possono coltivare alcune piante tra cui il basilico, solo nebulizzando acqua direttamente sulle radice,).
In chiusura Mauro Buonocore ha spiegato come sia importante riuscire a raccontare un periodo di cambiamento epocale del clima, arrivando al pubblico in maniera comprensibile e semplice. “Partendo dalla fisica del clima, la nostra realtà di ricerca si concentra sui suoi effetti riguardo la società, l’economia e di come la nostra vita stia cambiando. È il clima che chiede di modificarla unitamente al sistema economico che va dalla distribuzione di energia, dalle risorse idriche, al turismo, alle nostre abitudini alimentari. Ecco perché il nostro compito è di raccontare alle aziende le città,le regioni e gli Stati in funzione del clima. Anche perché quando le notizie sul clima sono negative le persone si allontanano ma è proprio qui che emerge la nostra sfida: offrire una diversa consapevolezza alle persone rispetto alla conoscenza scientifica”.