Criptovalute, AI e geopolitica, Lutnick e Sachs divisivi protagonisti della nuova frontiera

L’interrogativo: quanto è sostenibile il progresso senza regole chiare?

di Armando Sternieri

Durante il weekend ho visto due film che mi hanno fatto riflettere sulle figure che stanno assumendo un ruolo centrale nella futura amministrazione americana. I film in questione sono Sfida infernale di John Ford e Pat Garrett e Billy the Kid di Sam Peckinpah.

Entrambi raccontano l’epopea del Far West americano, dove fuorilegge leggendari come Billy the Kid, Sundance Kid e Butch Cassidy si confrontano con figure eroiche e positive come Pat Garrett o Wyatt Earp.

Non ho potuto fare a meno di notare una similitudine tra questi personaggi del mito western e alcune figure attuali che stanno emergendo nel panorama politico, come Howard Lutnick e David Sacks, destinati a ricoprire ruoli di spicco nella futura amministrazione di Donald Trump. Come nell’epopea western, anche qui si profila una narrazione in cui ideali contrastanti, ambizione e moralità si intrecciano in un complesso confronto tra le forze in gioco.

Howard Lutnick, il combattivo leader di Cantor Fitzgerald, incarna il dualismo tra resilienza e controversia. Dopo gli attacchi dell’11 settembre, che portarono alla perdita di 658 dipendenti, incluso suo fratello, Lutnick ricostruì Cantor Fitzgerald, rendendola uno dei principali broker di debito pubblico degli Stati Uniti. Questa straordinaria impresa gli ha conferito la fama di simbolo di ricostruzione e forza, ma il suo coinvolgimento con Tether, la stablecoin più scambiata al mondo, ha complicato il suo ruolo pubblico. Sotto la guida di Lutnick, Cantor Fitzgerald ha acquisito una partecipazione significativa in Tether, il cui impatto è controverso. Da un lato, Lutnick ne esalta la trasparenza e la tracciabilità, vedendola come un’opportunità per rivoluzionare la finanza globale. Dall’altro, Tether è stata associata ad attività illecite, incluse transazioni sospette legate a cartelli della droga e gruppi terroristici.

Nonostante le critiche, Lutnick ha continuato a difendere con forza la sua posizione, sostenendo che Tether rappresenti un passo necessario verso l’innovazione finanziaria. Tuttavia, il suo ruolo di co-presidente del team di transizione di Donald Trump solleva interrogativi. La sua vicinanza a figure come Paul Atkins, scelto da Trump per guidare la SEC e noto per le sue posizioni favorevoli alle criptovalute, alimenta dubbi sulla capacità di Lutnick di bilanciare l’interesse pubblico con il suo sostegno a una finanza non regolamentata. La sua figura, che rappresenta tanto l’audacia dell’innovazione quanto le sfide della responsabilità etica, rimane al centro di un complesso dibattito.

David O.Sacks By Robert Scoble from Half Moon Bay, California, USA - https://www.flickr.com/photos/scobleizer/5435256332/, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=13353736

David Sacks, invece, rappresenta un diverso tipo di resilienza e ambizione. Nato in Sudafrica nel 1972, Sacks ha costruito la sua carriera a partire dal successo di PayPal, dove contribuì a trasformare la piattaforma in un punto di riferimento per i pagamenti digitali. Dopo l’acquisizione di PayPal da parte di eBay, Sacks ha fondato Yammer, una piattaforma di comunicazione aziendale venduta a Microsoft per 1,2 miliardi di dollari, e ha continuato a investire in aziende innovative attraverso Craft Ventures. Tuttavia, è il suo recente ingresso nella politica americana, con la nomina a “zar” delle criptovalute e dell’intelligenza artificiale, a rendere la sua figura ancora più polarizzante.

Sacks è noto per il suo stile provocatorio, che lo ha reso un personaggio divisivo sia nella tecnologia che nella politica. La sua vicinanza a Donald Trump e le sue dichiarazioni sulla guerra in Ucraina, in cui ha accusato l’Occidente di aver contribuito all’escalation del conflitto, hanno attirato forti critiche. Le sue posizioni, spesso percepite come troppo indulgenti verso la Russia, si intrecciano con la sua difesa di un modello tecnologico più aperto e libertario. Sacks si è scontrato anche con altre figure di spicco del settore tecnologico, come Paul Graham, ed è stato descritto come caustico e dogmatico. Eppure, molti riconoscono la sua capacità di influenzare il dibattito, soprattutto in relazione alle tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale e le criptovalute.

La traiettoria di Sacks riflette un uomo che combina pragmatismo e provocazione. Da un lato, sostiene iniziative come l’intelligenza artificiale open source e la libertà di espressione, vedendo nella deregolamentazione un’opportunità per favorire l’innovazione. Dall’altro, le sue opinioni geopolitiche e il suo sostegno a modelli non tradizionali lo pongono in rotta di collisione con le istituzioni consolidate, specialmente in Europa, che egli critica per il loro approccio regolamentare. Come Lutnick, anche Sacks si muove in una zona grigia tra innovazione e controversia, tra libertà economica e responsabilità politica.

Un altro elemento che accomuna Sacks e Lutnick è la loro visione critica dell’Unione Europea e delle sue regolamentazioni, viste come un freno alla competitività globale. Entrambi si trovano a interpretare il ruolo di moderni pionieri, sfidando le convenzioni istituzionali per aprire nuove strade. Tuttavia, le loro scelte e il loro impatto sollevano domande fondamentali su quanto il progresso possa essere sostenibile senza regole chiare. Proprio come nell’epopea del Far West, dove fuorilegge e uomini di legge si confrontano in un territorio senza regole chiare, anche oggi Lutnick e Sacks si muovono in un contesto globale che somiglia a una nuova frontiera, fatta di criptovalute, intelligenza artificiale e geopolitica. Come Billy the Kid o Pat Garrett, queste figure si trovano in bilico tra ambizione personale e responsabilità pubblica, protagonisti di un’epoca che sta ridefinendo i confini tra innovazione e regolamentazione. La storia deciderà se saranno ricordati come eroi che hanno tracciato nuovi sentieri o come fuorilegge che hanno sfidato troppo le regole del sistema.

Foto: copertina Un fotogramma degli attori  James Coburn e Kris Kristofferson nel film del 1973 Pat Garrett e Billy the Kid del regista Sam Peckinpah. Nel film ebbe un ruolo anche Bob Dylan che ne scrisse la colonna sonora.

Interno : Howard Lutnick Di Tim Green – Nothing Left Unsaid, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=153662785

David O. Sacks By Robert Scoble from Half Moon Bay, California, USA – https://www.flickr.com/photos/scobleizer/5435256332/, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=13353736

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