Crescono le persecuzioni subite dai cristiani nel mondo

I dati monitorati nel rapporto a nnuale del World Watch List 2023

Le persecuzioni dell’impero pagano di Roma ai cristiani sono state l’inizio di una repressione che attraversa i secoli e giunge ai nostri giorni. Una storia di sofferenze senza fine per la comunità dei fedeli in Cristo, vittime, come del resto accade anche per altre religioni, a partire dall’ebraismo, di una pregiudiziale razzista, particolarmente costante e tragica nelle società dove rappresentano minoranza (ma non solo).

I dati monitorati nel World Watch List 2023, rapporto annuale sulle violenze subite dai cristiani, confermano la presenza di scenari inquietanti. “Oltre 360milioni di cristiani sperimentano un livello alto di persecuzione e discriminazione nel mondo (1 cristiano su 7). 5.621 i cristiani uccisi per cause legate alla fede”. Nel consuntivo del 2022, giunto alla trentesima edizione, si legge che il luogo più pericoloso al mondo, per i seguaci della croce, risulta essere la Corea del Nord. Da anni il regime totalitario di Pyongyang è nelle prime posizioni di questa triste classifica dell’intolleranza illiberale. Nello stato comunista vige infatti una stretta morsa al cristianesimo, sancita dalla legge contro il pensiero libero (è vietato persino la pubblicazione della Bibbia).

Non troppo dissimile la situazione di prevaricazione nella vicina Cina. Anche in questo caso assistiamo ad un controllo poliziesco ferreo, che nega di fatto la libertà di culto. Sorveglianza fisica, sulla rete e tracciamento sono le misure che investono i cristiani. Nel caso cinese il pretesto per l’irrigidimento verso la chiesa ha coinciso con l’introduzione delle misure anti-Covid.

Altro continente stessa musica, in Medioriente, in quella che è stata la culla del cristianesimo, lo scenario per i cristiani è, nel complesso, considerato “scoraggiante”. La storica comunità continua la sua inesorabile erosione di presenza, e testimonianza, nella regione. In Siria ed Iraq i soprusi sono quotidiani. L’ostilità nei loro confronti va ben oltre la discriminazione e le molestie. Edifici di culto, scuole e cimiteri sono spesso vandalizzati. Povertà, alto tasso di disoccupazione, mancanza di futuro per i giovani e la paura sono le principali cause che inducono le famiglie alla scelta di fuggire all’estero.

Seppure la crociata anti-cristiana dell’Isis si è attenuata non per questo il contesto è migliorato. In Afghanistan i pochi cristiani rimasti vivono in clandestinità totale, dopo la vera e propria caccia all’uomo a cui sono stati esposti nel 2021. Kabul è preceduta nella lista nera da Iran, Pakistan, Nigeria, Libia, Eritrea, Yemen e la Somalia che è al secondo posto. In tutti i regimi islamici i cristiani sono largamente considerati una minaccia e i convertiti al cristianesimo sono esposti a maggiori rischi.

Impressionante la dinamica dei pogrom in Myanmar con migliaia di case e negozi distrutti. In America Latina, terra di origine di papa Francesco, sono quattro i paesi nella top 50 del World Watch List 2003: Nicaragua, Colombia, Cuba e Messico. Corruzione, criminalità ma soprattutto la politica alla base delle persecuzioni.

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