Cremazione, polemiche a Prato su nuovo impianto privato

Prato – La notizia della possibilità che possa nascere in tempi relativamente brevi un impianto privato per la cremazione all’interno dell’Arciconfraternita della Misericordia in via Galcianese (sono state già informate  la Curia e il Comune di Prato), con un progetto che l’Ente metterà ai voti il 22 giugno alle ore 21.00 per motivi di natura etico-legale tra i propri iscritti, se da un lato è vista come un segno di civiltà, ha suscitato non poche polemiche da parte di chi stava portando avanti il medesimo, ma di natura pubblica da diversi anni in collaborazione con il Comune di Prato e la Socrem (Società per la cremazione).

Soggetto principale coinvolto è la Pubblica Assistenza l’Avvenire, associazione laica di volontariato fondata nel 1899  che si occupa di vari servizi socio-sanitari e assistenziali (118, ricoveri ospedalieri e dimissioni, anziani, disabili, servizi funebri ecc.). Ha sede nel palazzo omonimo in via San Jacopo, nel centro storico di Prato a due passi dal Castello dell’Imperatore e la Basilica delle Carceri. 

Era infatti il  1987 quando nacque la Socrem di Prato grazie ad alcuni soci fondatori pratesi che poi decisero di unificarla nella Pubblica Assistenza insieme alla Croce d’Oro e alla Misericordia di  Prato per dare maggiore forza alla costruzione di un tempio crematorio pubblico come previsto dallo Statuto Socrem.

Partì una serie di contatti con il Comune di Prato e si giunse già allora alla decisione di approvare un progetto di realizzazione del “tempio” presso il Cimitero centrale della Chiesanuova. Ma nonostante i buoni propositi sulla carta, esso di fatto  non è mai decollato. E su FB l’amaro sfogo di uno dei fondatori Socrem, Giancarlo Calamai, persona conosciuta in città. Ha scritto: “L’importante è che la città si possa dotare dell’impianto tanto necessario, da qualunque parte esso venga; devo però mio malgrado e come fondatore della Socrem di Prato, prendere atto della sconfitta del Comune, della Pubblica Assistenza e della Socrem per aver lasciato cadere una importante realizzazione che sarebbe stato giusto avesse l’imprimatur “pubblico” e non ridurre il tutto ad una mera speculazione commerciale”.

Parole che hanno ottenuto immediata risposta del presidente della Pubblica Assistenza Piero Benedetti: “La Pubblica Assistenza non ha lasciato cadere proprio nulla, perché circa 10 mesi fa ci recammo in Comune a Prato per presentare un nostro progetto, insieme ad un volenteroso finanziatore, per condividerlo con tutti coloro che ne fossero interessati nessuno escluso. Poi sono seguiti mesi di silenzio sino ad oggi…..con quell’annuncio sul giornale. Mi astengo da commenti”.

E ha aggiunto. “Come Pubblica Assistenza ci siamo mossi  per creare i presupposti per la realizzare il tempio crematorio tutti insieme arrivando ad una gestione condivisa fra noi, Comune, Croce d’oro e Croce rossa. L’Arciconfraternita invece annuncia di volere andare avanti da sola. Gli auguro un buon successo ma resto molto deluso da questo comportamento. Noi ne prendiamo atto e sapremo come regolarci in futuro. E mi auguro che di tutto questo non ne sapesse niente il Comune”.

Su quanto accaduto vale la pena rammentare che nel 2017 in Consiglio Comunale passò  la mozione dei consiglieri del Partito democratico Rocchi e Alberti  perché fossero convocati in tempi brevi i Sindaci dei Comuni della Provincia di Prato e limitrofi perché si individuasse un’area idonea per la realizzazione del Tempio Crematorio, nel rispetto della sicurezza e sostenibilità ambientale. Mentre l’assessore all’urbanistica Valerio Barberis ha commentato oggi  la fuga in avanti della Misericordia: “Al momento siamo in una fase di sondaggio totalmente preliminare in cui non c’è niente di concreto dal punto di vista progettuale. Quella della Misericordia è una scelta legittima e come amministratori auspichiamo che ci possa essere la più larga condivisione possibile fra tutti i soggetti coinvolti sul tema del tempio crematorio”.

La possibilità di realizzare a Prato un impianto  per la cremazione nasce dall’esigenza di rispondere a una domanda sempre più crescente della popolazione pratese di avvalersi della cremazione per i propri defunti. Nel 2021 – i dati sono riferiti al solo Comune di Prato – il 57% delle persone decedute sono state cremate. E a Prato per accedere a questo servizio bisogna andare fuori città con un notevole disagio per i familiari coinvolti.

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