Credit crunch, la stretta non s’allenta

Firenze – Gli ultimi dati di Unioncamere Toscana sull’economia regionale oltre a mettere in evidenza lo stallo persistente in cui è finito il sistema produttivo della regione, riportano a galla un problema che è stato molto dibattuto sulle pagine di Stamp in tutti questi mesi, vale a dire il credit crunch, o, più precisamente, il calo o inasprimento improvviso delle condizioni per ottenere il credito dalle banche.

Infatti, se da un lato l’incertezza della situazione economica continua ad influenzare negativamente imprese e famiglie nella loro decisione di rivolgersi al sistema creditizio, dall’altro influenza anche fortemente la “cautela” degli istituti bancari producendo quelle restrizioni nella concessione del credito che è frutto della percezione del rischio, legato soprattutto alle imprese di minori dimensioni; vale a dire, proprio i soggetti che maggiormente avrebbero bisogno di liquidità.

I dati dicono con chiarezza che in Toscana, secondo un trend che è anche nazionale, i prestiti a imprese e famiglie sono ancora in calo: per le prime, -1,9% e -0,5% per le seconde, con riguardo al 1° trimestre dell’anno. Una situaziuione di difficoltà creditoria che per le aziernde prosegue ormai da almeno due anni, e che è ancora più grave per quanto riguarda le piccole imprese e le imprese artigiane, che accusano un calo ancora più evidente, rispettivamente -2,6% e -2,4% secondo l’ultimo dato disponibile. Inoltre, per queste ultime il credit crunch dura da più tempo, dal momento che la serie di variazioni negative era già stata riscontrata a fine 2011.

La situazione a livello di settore dimostra che le vittime più bersagliate sono le imprese dell’edilizia (-2,7%) e dei servizi (-2,2%), mentre il calo per il comparto manifatturiero è più contenuto, -0,9%. Anche se i prestiti sono scesi, in questo settore, di quasi il 6% all’inizio del 2013.

Infine, il tasso di decadimento, vale a dire il rapporto fra il flusso di nuove sofferenze e la consistenza dei prestiti in essere all’inizio del periodo, si mantiene su livelli storicamente elevati, sia per quanto riguarda le famiglie (1,2% rispetto allo 0,7% di inizio 2008) che le imprese , 4,9%.

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