L’inchiesta per tangenti che ha coinvolto la coop modenese Cpl Concordia si sposta da Napoli a Bologna. A deciderlo sono stati i giudici del Tribunale del Riesame di Napoli, che hanno disposto la trasmissione degli atti alla Dda della procura di Bologna per competenza territoriale. Lo stesso tribunale ha confermato le ordinanze di custodia in carcere nei confronti di Francesco Simone e Maurizio Rinaldi, rispettivamente responsabile relazioni esterne e responsabile di area della Cpl Concordia. La conferma riguarda tutte le accuse contestate: associazione per delinquere, corruzione, corruzione internazionale, riciclaggio e false fatturazioni.
Risalgono alla mattina del 30 marzo scorso i clamorosi arresti con accuse di tangenti nell’ambito dell’inchiesta coordinata (fino ad oggi) dal pm Henry John Woodcock. Oltre al coinvolgimento di alcuni ex dirigenti del gruppo cooperativo Cpl Concordia, tra gli arrestati figura il sindaco di Ischia Giuseppe “Giosi” Ferrandino (Pd). L’inchiesta riguarda presunte tangenti pagate per la metanizzazione dei comuni dell’isola campana.
Le accuse degli inquirenti nei confronti del colosso di cooperative con sede nel modenese parlano di stipula fittizia di due convenzioni nell’albergo della famiglia di Ferrandino, per un totale di 330mila euro, oltre che dell’assunzione come consulente del fratello del sindaco e di almeno un viaggio in Tunisia. Sarebbe stato questo, secondo l’accusa, il prezzo pagato dalla Cpl per la corruzione del sindaco di Ischia. Dal giorno degli arresti l’inchiesta sta terremotando il mondo politico che gravita(va) intorno alla coop: non è mancata nemmeno, pochi giorni fa, la polemica interna al Pd bolognese sull’eventuale restituzione dei fondi avuti dalla Cpl alle ultime tornate elettorali. Contrario il sindaco di Bologna Virginio Merola, favorevole la prima cittadina di San Lazzaro di Savena Isabella Conti.
DA BOLOGNA A MODENA
La competenza territoriale dell’inchiesta sugli appalti Cpl Concordia è della Procura di Modena e non della Direzione distrettuale antimafia di Bologna. Lo ha chiarito in serata il Tribunale del Riesame di Napoli che, nel confermare la custodia in carcere per due indagati, aveva disposto la trasmissione degli atti alla Dda del capoluogo emiliano. Il Tribunale ha poi ha precisato che si è trattato di “un mero errore” sanato con un nuovo provvedimento con cui si sottolinea che la competenza appartiene a Modena.