Covid: un Natale da incubo per Boris Johnson

Pisa – Un Natale da incubo attende l’inquilino del numero 10 di Downing Street. A Londra nella residenza di Boris Johnson l’attenzione non è alla scelta degli addobbi ma alla rivolta che è esplosa internamente al suo movimento. Lo strappo tra le due anime della destra (i favorevoli e i contrari all’obbligatorietà del vaccino) è maturato sull’introduzione del pacchetto di nuove misure restrittive per la lotta alla pandemia, materia sensibile agli orecchi della destra ultraliberista, nazionalista ed antieuropea.

In scena nell’aula di Westminster è andato un vero e proprio ammutinamento, che ha portato circa 100 parlamentari conservatori a prendere le distanze dal leader sul Covid pass. Il premier, per non finire battuto e relegato in minoranza, ha dovuto fare affidamento al sostegno dell’opposizione laburista, che oramai da settimane lo ha surclassato nei sondaggi. Le vittorie nelle urne a suon di conquista delle roccaforti rosse sono un ricordo lontano. Ne è una dimostrazione il ceffone incassato da Johnson alle recenti elezioni suppletive nella circoscrizione di North Shropshire, Inghilterra occidentale, dove i Tory eleggevano il deputato da quasi due secoli.

Il partito che solo pochi mesi fa lo aveva acclamato si è sfilacciato. Per una volta che il primo ministro si era dimostrato pragmatico nelle scelte d’indirizzo, qualcosa è andato decisamente storto. Quella che pareva essere solo una minuta fronda è cresciuta d’intensità, diventando agguerrita e pericolosa per gli equilibri di governo. Eppure, i dati dei contagi in UK parlano chiaro, la situazione è in netto peggioramento e lo scenario futuro, secondo alcune recenti stime, potrebbe diventare drammatico nelle prossime settimane. Il virus viaggia inesorabile. Si registrano 90mila contagi da Coronavirus, 23.168 i casi Omicron ufficiali. A Londra è allarme, dove il sindaco Sadiq Khan ha dichiarato lo stato di “grave incidente” a seguito della rapida diffusione della variante. Per la fine del mese gli scienziati dello Scientific Advisory Group for Emergencies (Sage) stimano che si potrebbe arrivare a 600mila contagi al giorno, ma l’ipotesi peggiore ne prevede 2 milioni.

L’assenza del personale in molti servizi pubblici essenziali, compreso servizio sanitario, polizia e vigili del fuoco, dovuto all’aumento esponenziale dei contagi, preoccupa molto le autorità pubbliche. Ed è pressante la richiesta al primo ministro di ripristinare “prestissimo misure più rigide. Il tempismo di tali misure è cruciale, ritardare fino al 2022 ridurrebbe enormemente l’efficacia”. Nel corso del 2021 i sudditi di Sua Maestà sono stati i primi a riporre la mascherina, affollare gli stadi e sedersi al pub. Il ritorno alla normalità ha dato allo sfacciato politico un alto gradimento di fiducia durante l’Estate. A ribaltare il consenso incamerato non è stato un’unico fatale errore ma una concatenazione di fattori negativi.

Lo scandalo dei party a palazzo durante il lockdown, gli sproloqui senza senso pronunciati all’assemblea degli industriali, l’evento globale sul clima di Edimburgo gestito senza convinzione, la finanza britannica scettica e con le antenne puntate, la crisi di carburante dei benzinai e dei generi alimentari sugli scaffali dei supermercati. In aggiunta alle schermaglie, poco diplomatiche, con Macron. Anche i giornali più vicini al premier, ne hanno preso cautamente le distanze. Il tabloid “the Sun” parla di “governo sgangherato” e accusa Johnson di essere “incoerente, voltafaccia e perseguire politiche contraddittorie”. Per il Financial Times, invece, “disattenzione e disprezzo” sono le cause dei mali di Johnson. Mentre, prende consistenza la notizia che il governo avrebbe sul tavolo un piano segreto nel caso Omicron mandasse in paralisi gli ospedali. Sotto l’albero, la fine delle feste anche per il 2021.

Alfredo De Girolamo    Enrico Catassi

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