Covid e trasporto scolastico, a 5 giorni dall’inizio ancora dubbi sulla sicurezza

Firenze – Trasporto scolastico, si comincia il 28 settembre , ovvero fra 5 giorni. Eppure, denunciano i Cobas, dopo mesi di incontri e confronti, ancora il sistema della messa in sicurezza per bambini e autisti è lungi dall’essere perfezionato. Anzi, offre serie criticità che rischiano di non rassicurare affatto sulla sua capacità di contenere gli effetti della pandemia.

I punti su cui gli autisti aprono le loro critiche sono tre. Il primo è fondamentale e tratta dei 100mila test sierologici promessi dalla Regione che avrebbero dovuto coprire, come da  comunicazioni avute negli incontri che si sono tenuti nei mesi scorsi, tutti gli operatori scolastici, dagli Ata agli insegnanti e anche, appunto, al personale di supporto ai servizi scolastici, fra cui gli autisti dei bus per la scuola. Il fatto che su questo punto non vi sia più certezza, spiegano dai Cobas, dà adito a una situazione il cui impatto è difficilmente immaginabile: a partire dalla sicurezza dei bambini (un autista asintomatico potrebbe in teoria continuare all’infinito a infettare) alla sicurezza dei colleghi, fino a quella di tutto l’Autoparco, considerando che non solo gli autisti sono 35 per 30 mezzi, ma che la sede in cui sitrovano è aperta e vi transitano ogni giorno decine di persone.  Insieme a questo punto fondamentale, c’è anche quello della sanificazione, che viene compiuto attraverso un’unica macchinetaa in dotazione al trasporto colastico. Per il resto? Cencio e amuchina, dicono gli autsiti, e dal momento che la sanificaizone deve essere fatta al termne delle corse giornaliere, le ore di lavoro, già sul limite della sufficienza per il servizio svolto, si allungan all’inverosimile.

Il problema della sanificazione ha anche un risvolto che potrebbe sfuggire, ed è quello della scambiabilità dei mezzi. Infatti, sui 30 mezzi in dotazione al trasporto scolastico, nessuno è fisso in una determinata tratta, bensì come è naturale, i bussini sono interscambiabili. Il rischio è che, fra autisti senza test e mezzi che possono cambiare senza regole se non quella della necessità, il covid possa allegramente saltellare qua e là senza che nè distanziamenti nè mascherine riescano a bloccarlo. Un’ipotesi che getta un allarme ingiustificato? “Stiamo solo ponendo delle domande – dicono dai Cobas – e immaginiamo scenari al netto di quanto ci è stato comunicato. Saremo ben contenti se qualcuno ci dicesse che ci sono i test, che la sanificazione avverrà in modo più professionale e meno abborracciata. Per la sicurezzza dei bambini, delle famiglie e nostra”.

Ultimo ma non per ordine d’importanza, il nodo del protocollo. Cosa succede se un bambino o un autista risultano positivi? “In tutti i casi attinenti alla scuola c’è un preciso protocollo che detta le regole da seguire – concludono gli autisti – per noi, e pur essendo stato ventilato, a 5 giorni dalla partenza ancora non esiste. Possiamo solo immaginare di chiamare l’Asl se ci sono sintomi conclamati, ma per il resto? si ferma il bus? si chiudono le porte non facendo uscire nessuno? Ci si reca tutti al pronto soccorso? Si chiamano le famiglie e si consegnano i bambini? L’autista cosa deve fare? Si attende il risultato del tampone?…”.

 

 

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