Firenze – Un resoconto sulla sanità toscana, emerso dall’impatto del coronavirus sulle strutture sanitarie, viene reso pubblico dai sindacati di base Cub e Cobas, che tirano le fila, ad oggi, della crisi. Intanto, i numeri a tutti tristemente noti, vale a dire, dall’inizio dell’emergenza, gli oltre 4000 contagi, di cui circa 300 in terapia intensiva in Toscana. Le vittime sono 240 morti, tra cui anche persone di giovane età, mentre sono oltre 14.000 le persone in isolamento domiciliare in tutta la regione. Una circostanza critica che, secondo i sindacati di base, fa emergere con evidenza le conseguenze dei tagli effettuati nel sistema sanitario pubblico.
Tagli che in Toscana, in poco meno di dieci anni, ha portato alla scomparsa di oltre 50 ospedali e di centinaia di posti letto e di personale sanitario.
Il risultato per la Toscana, si legge nella nota sindacale, è “uno dei più bassi rapporti abitanti/posti letto, meno di 3 per mille abitanti; posti letto che adesso si sta cercando di reintegrare tramite l’’istituzione di alberghi sanitari in convenzione con strutture turistiche, soluzioni chiaramente temporanee e non strutturali.
Parallelamente ai tagli va citata, anche in Toscana, una crescita costante della sanità privata, un trend agevolato anche da fondi sanitari aziendali e integrativi (spesso di gestione politico sindacale), di cui usufruisce la sanità privata e non il sistema pubblico”.
Sanità privata – In Toscana, i dipendenti della sanità privata ammontano a 3mila, secondo i dati messi a disposizione dai sindacati di base, che rappresentano, dai dati utilizzati da Cub e Cobas, il 6% dell’intero settore. Inoltre, “la Regione Toscana ha pagato nel 2019 le strutture private accreditate quasi il 4% della spesa totale cioè circa 270 milioni di euro”. Nella spesa ospedaliera della regione, continua la nota, i privati pesano il 13,5% del totale e coprono il 14% dei posti letti complessivi, cifre significative anche considerando l’alto numero di Rsa private. “Non bisogna nemmeno dimenticare che la Toscana sta pagando a GESAT (prima gruppo Ansaldi e Pizzarotti e poi fondo di investimento inglese Equitix) per 20 anni, dal 2013 fino al 2033, 36 milioni di euro di canone per la costruzione in project financing dei 4 nuovi ospedali di Prato, Pistoia, Massa, Lucca”.
Le proteste del personale sanitario ospedaliero – L’attuale emergenza da Coronavirus ha determinato proteste del personale sanitario ospedaliero che hanno riguardato essenzialmente l’ insufficienza di dispositivi di protezione adeguati. “In tale situazione -continuano i sindacati di base – è paradossale che con un’ordinanza del 25 marzo la Regione abbia deciso di assegnare i Dpi più efficaci, gli Ffp3, soltanto al personale sanitario delle terapie intensive e nei reparti Covid ma non al personale di pronto soccorso, dei laboratori analisi o del 118, che sono comunque tra i lavoratori più esposti; inoltre solo adesso, dopo molte resistenze iniziali si sta iniziando a effettuare i tamponi per il personale sanitario”.