Firenze – E’ arrivato 14 giorni fa a Torregalli con un’insufficienza respiratoria importante da Sars Cov 2 ed è stato subito ricoverato in Obi Covid come un paziente grave per comorbilità ed età. Novanta anni il prossimo mese, dopo 12 giorni di ventilazione non invasiva e due di ventilatore alternato ad ossigeno in ventimask, questa mattina finalmente respirava bene con la sola ossigeno terapia. Il ventilatore spento accanto a lui, oggi per festeggiare ha voluto mettersi in poltrona per fare le sue consuete parole crociate.
“E’ una lotta che si fa in due – racconta raggiante Gianfranco Giannasi, direttore del Pronto Soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio e dell’area di Medicina d’Urgenza della Ausl Toscana centro – Se non c’è questa alleanza non si vince. Ogni giorno mi chiedeva come si stava andando. Ci siamo dati il cinque, ci siamo strizzati l’occhio. Si fa qualsiasi cosa per sostenere psicologicamente questi malati che hanno aperto un nuovo capitolo nella storia della medicina. Quello della vicenda umana, ricordandoci, se ce ne fosse bisogno, che il dottore senza cuore non si fa. I pazienti Covid sono molto teneri ma hanno imparato a stringere i denti e ci insegnano ogni giorno che bisogna crederci sempre”.
Il paziente novantenne è rimasto lucido durante i giorni di ricovero. Chiedeva delle sue condizioni ed è rimasto sempre collaborativo con il personale medico sanitario. Questa mattina la decisione dei medici di spengere il ventilatore e di continuare con la sola ossigeno terapia. La vittoria di tutti coloro che in questi giorni hanno lottato con lui, nella sua stanza, accanto al suo letto, riempie di una luce nuova tutto il reparto. “Non ti ringrazio ora, mi ha detto questa mattina – sorride Giannasi ricordando le sue parole – Ti ringrazierò quando andrò via”.