Parigi – Il Covid 19 si è accanito in Francia sugli immigrati: secondo uno studio dell’Insee, l’Istat d’oltralpe, tra marzo e aprile l’aumento della mortalità tra chi non è nato nel paese è stato il doppio di chi invece non è originario. Le cifre sono impressionanti: il balzo della mortalità è stato del 48% per chi è nato all’estero e del 22% di chi è nato in Francia dimostrando, come scrive Le Monde, “gli uomini non solo uguali davanti alla morte” .
Secondo i dati dell’Insee, i morti in questi due mesi sono stati 129.000 contro i 102.800 dello stesso periodo del 2019. Un aumento legato ai decessi provocati dal coronavirus. La maggiore vulnerabilità degli immigrati al Covid 19 era già stata constatata, prima della Francia, da Svezia, Canada e Gran Bretagna.
In Francia, ha rilevato l’Insee, il tasso di mortalità è stato più forte tra le persone nate in Asia e Africa: ha raggiunto il 54% negli originari del Magreb, il 91% dell’Asia e del 114% dell’Africa (escluso il Magreb). Per gli immigrati provenienti da paesi europei , l’aumento dei decessi é simile a quello di chi è nato in Francia.
Nel documento si cerca di spiegare i motivi della vulnerabilità degli immigrati. Una causa potrebbe essere quella che gli immigrati spesso risiedono in zone densamente popolate, come l’Ile de France che è stata particolarmente colpita dalla epidemia. Altra spiegazione potrebbe essere legata alle condizioni di alloggio, in quanto spesso sono costretti a vivere in spazi esigui, o ai mezzi di trasporto che hanno dovuto utilizzare per andare al lavoro. Anche quest’ultimo forse responsabile della loro mancanza di difese al virus in quanto sono assai numerosi nel commercio alimentare, nelle pulizie e nelle consegne a domicilio. Altri fattori, come lo stato di salute o l’accesso alle cure mediche, potrebbero fornire un ulteriore tassello di spiegazione.