Firenze – Fra pochi giorni entrerà in funzione, all’Osmannoro, un ambulatorio dedicato, per la pronta diagnosi dei casi sospetti di Covid-19, meglio conosciuto col nome di Coronavirus. La sstruttura si colloca in uno spazio messo a disposizione dal Consolato generale delle Repubblica popolare cinese ed è aperta per tutti i cittadini, prevalentemente cinesi, di ritorno dalle aree a rischio, con sintomatologia respiratoria acuta. La nascita del servizio è contenuta nel protocollo di collaborazione siglato oggi pomeriggio in Palazzo Strozzi Sacrati, tra il presidente Enrico Rossi e il console della Repubblica popolare cinese Wang Wengang, alla presenza di Paolo Morello Marchese, direttore generale della Asl Toscana centro, e di Renzo Berti, responsabile della prevenzione della stessa Asl.
La struttura è già attiva come centro medico e diagnostico. Il Consolato cinese, che la mette a disposizione gratuitamente, provvederà anche alla diffusione ai propri connazionali delle informazioni sulle funzioni e sulle modalità di percorso, mentre il personale sanitario e di mediazione linguistica necessario all’attività sarà messo a disposizione dalla Asl Toscana centro. All’interno del poliambulatorio sono stati identificati spazi con accesso autonomo, in maniera da non creare promiscuità, con appuntamento preordinato tramite centralino in lingua.
L’ambulatorio sarà dedicato alla valutazione di casi di persone provenienti dalle aree a rischio con la comparsa una prima sintomatologia (febbre, tosse, mal di gola). L’accesso e le prestazioni saranno gratuiti, la struttura sarà attiva dal lunedì al venerdì, per un periodo di circa due mesi. Alla prima manifestazione dei sintomi, le persone potranno accedervi tramite programmazione telefonica al Cup.
Una volta presentatesi, le persone saranno inserite in un percorso esclusivo e protetto, per la conferma della sintomatologia e il prelievo del campione respiratorio (tampone faringeo ) su cui effettuare il test diagnostico di laboratorio già previsto presso le Aou toscane. Ciò consente di acquisire e gestire i risultati in tempi brevi. In caso di negatività, le persone saranno informate e tranquilizzate. In caso di positività, si procederà alla loro presa in carico per i percorsi assistenziali già strutturati e alle verifiche di seconda istanza (invio di eventuali tamponi ai laboratori di virologia). E’ quindi fondamentale la comunicazione preventiva, che sarà in particolare assicurata dal Consolato della Repubblica popolare cinese e dalle organizzazioni della comunità cinese. L’attivazione del presidio, si dice nel protocollo, vuole rilanciare fattivamente lo spirito di amicizia e solidarietà che caratterizza il rapporto tra Regione Toscana e Consolato generale della Repubblica popolare cinese a Firenze, tenuto conto dei flussi di cittadini da e per la Cina, nell’intento di accrescere le misure di prevenzione già poste in essere dal Servizio sanitario regionale.
Sebbene il virus ad oggi non circoli in Italia, dove al momento sono stati registrati solo 3 casi, tutti importati, bisogna tener conto del fatto che sono ancora in corso i rientri dei cinesi andati a festeggiare il Capodanno (fine gennaio–inizio febbraio) in Cina, alcuni dei quali sono rimasti bloccati a seguito delle misure cautelative adottate dalle autorità cinesi. Il console cinese ha parlato di 2.500 persone: 2.000 su Prato, 500 su Firenze.
La comunità di Prato è, come noto, quella dove è più alta la presenza di cittadini di origine cinese, in gran parte provenienti dallo Zhejiang, quarta regione cinese interessata per numero di casi accertati: 1.162 ad oggi, con zero deceduti, mentre nello Hubei (provincia di Wuhan) i casi sono 54.400 e i morti 1.457.
Non si può escludere la possibilità che tra i rientrati, o rientrandi, ci siano positivi. Occorre quindi adottare ogni misura utile a prevenire l’eventuale diffusione del virus. Fra ciò che conosciamo del Covid-19, il dato sulla virulenza, che è minore rispetto a quella della precedente Sars, e quello sulla contagiosità, che risulta molto alta soprattutto nei primi giorni dalla manifestazione dei sintomi. Da qui l’importanza del fattore tempo e la necessità che ad avvalersi del servizio siano solo i sintomatici.
Le misure adottate in ambito scolastico, a seguito della circolare ministeriale dello scorso 8 febbraio, che caldeggiano l’isolamento volontario di bambini/studenti provenienti da meno di 2 settimane dalle aree a rischio, consentono, grazie all’adesione di circa 370 nuclei familiari, di tenere sotto sorveglianza attiva circa 1.200 persone. Da tempo la Asl ha diffuso un vademecum in lingua cinese, con le istruzioni per l’autocontrollo della salute e l’attivazione dei percorsi sanitari in caso di necessità. L’allestimento di un’attività ambulatoriale dedicata costituisce un’opportunità in più.
Foto (ufficio stampa Regione): la firma del Protocollo