Il 2012 si qualifica in Toscana con un record negativo per quanto riguarda le costruzioni: il numero di ore di cassintegrazione (cig) ha raggiunto quota 9.477.123. Si tratta di quasi un milione di ore in più rispetto al 2011 (+10,25) e più di 2 milioni rispetto al 2010 (+29,66%); peggiore il dato della straordinaria (+36,85%), in leggera inversione di tendenza l'ordinaria (-4,18%).
A un'analisi più approfondita dei dati diffusi dalla Fillea Cgil Toscana, si vede chiaramente che il comparto che ha accusato di più le conseguenze negative della profonda crisi del settore è senz'altro quello edile con il 61% del totale delle ore richieste; in seconda posizione il settore del legno, con 2,974,626 ore e quello dei lapidei con 741,791; ma proprio quest'ultimo ha visto crescere di più l'utilizzo degli ammortizzatori tra il 2011 e il 2012, registrando un +43%.
Scorporando i dati per provincia il risultato peggiore è quello di Lucca (+79%) seguita da Siena (+52,46%) e da Livorno (+51,01%). Ed è Antonio Ledda, segretario generale della Fillea Toscana a farsi latore di una pesante preoccupazione: "Se i lavori non ripartono, la situazione continuerà a peggiorare nel 2013. Ci preoccupa il fatto che gli ammortizzatori sociali stanno finendo per molte imprese e la riforma del mercato del lavoro non aiuta".
Se poi si esamina il dato degli occupati nel settore delle costruzioni su base regionale le nubi, se possibile, si fanno ancora più nere. Tra il terzo trimestre 2010 e il terzo trimestre 2012 vi è stato un calo di 20.000 addetti (dati Istat), calo che ha colpito sia i lavoratori dipendenti che gli indipendenti. Interessante è sottolineare come il calo tra il 2011 e il 2012 (-9000) riguarda principalmente il lavoro dipendente mentre quello indipendente cresce (+8000).
Una tendenza che potrebbe apparire contraddittoria, ma che così non è, come spiega Giulia Bartoli, della Fillea Cgil Toscana: "Questo è uno dei 'prodotti' della crisi: si registra un' ulteriore frammentazione delle imprese, un trasferimento del lavoro dipendente verso le partite Iva, spesso mascherando lavoro subordinato, conseguente calo dei diritti, non applicazione dei contratti collettivi nazionali e aggiramento delle norme".
Per il contrasto a tali pratiche scorrette e illegali, suggerisce la sindacalista, è necessario procedere "anche attraverso l'applicazione delle verifiche di congruità e privilegiando il criterio dell' offerta economicamente più vantaggiosa nell'aggiudicazione degli appalti".