Firenze – Costa San Giorgio, che succede? Cremagliera a parte, qualcosa forse di più preciso si potrà sapere lunedì prossimo, 2 marzo, quando, con qualche probabilità, potrebbe venire sottoposta al consiglio comunale l’adozione della Variante della scheda del Regolamento Urbanistico che riguarda l’ex caserma Vittorio Veneto e l’emendamento sulla superficie, emendamento passato in commissione urbanistica a maggioranza, con i voti contrari di Spc, astensione di FdI e FI. Per quanto riguarda la Variante al Regolamento Urbanistico, da parte dell’amministrazione si precisa che la stessa “ha per oggetto la definizione delle destinazioni d’uso di progetto per il Complesso ed è predisposta tenendo conto degli esiti del Concorso ed in coerenza con gli obiettivi di tutela e di valorizzazione del bene perseguiti dal RU del Comune di Firenze”.
L’emendamento discusso nella scorsa commissione riguarda invece un “mero errore materiale”, che attiene ai “Contenuti della variante” a pagina 15 della Relazione Urbanistica denominata “Variante al Regolamento Urbanistico Scheda norma AT 12.05 Ex Caserma Vittorio Veneto”, in cui non è stato riportato un capoverso, vale a dire: “La variante, introducendo il valore della SUL del complesso immobiliare ed il relativo mix funzionale, incide sul dimensionamento del Piano Strutturale. Verificata la capienza del PS per l’UTOE 12, si procede quindi al prelievo di 16.137 mq dalla voce “contenitori di particolare valore” ed alla conseguente attribuzione della SUL prelevata nella tabella del RU per la medesima UTOE, secondo le destinazioni d’uso previste dalla scheda norma”. Al consiglio verrà richiesto di dare il via libera all’introduzione del sopracitato capoverso nel paragrafo “Contenuti della variante”.
Un punto importante, perché mette sul tavolo la questione della Sul, ovvero della superficie utile. Sedicimila e passa metri quadri di superficie utile che riguarda ciò che non è ancora un progetto, ma delle indicazioni o meglio delle prefigurazioni di ciò che avverrà in una zona importante della città, finora dominata dalla caserma medico militare, ovvero da un edificio di interesse e finalità pubblica, che verrà trasformato in un lussuoso resort con tanto di parcheggi (interrati), carico e scarico merci, servizi, e soprattutto con un particolare spazio esterno: nient’altro di meno che l’incantevole giardino di Boboli. Un resort che, tra panorama e passeggiate al Parco, avrà sicuramente un richiamo straordinario per il turismo internazionale.
Ma riprendiamo la questione della Sul. Intanto, c’è da capire, come specificano due specialisti della materia come l’architetto Roberto Budini Gattai e l’architetto Antonio Fiorentino (autore tra l’altro di un volume molto conosciuto, “A chi fa gola Firenze?”), entrambi del gruppo urbanistica della Città Invisibile, come mai si sia passati dai 12mila mq. previsti dalla soluzione concorsuale, agli attuali 16.137. L’altro dubbio espresso dai due urbanisti, è se il nuovo prelievo di Sul, che incide sui trentamila metri quadri a disposizione in totale per l’Utoe 12 (centro storico), mantenga il limite previsto o ne tracimi.
Una domanda sicuramente oziosa, come dicono i nostri urbanisti, ma che nondimeno deve essere fatta e la cui risposta resa pubblica. Come è importante mettere nero su bianco ciò che in prospettiva verrà costruito su di un sito di estrema importanza artistico-culturale e idrogeologico come il Poggio delle Rovinate, come anticamente si chiamava Costa de’ Magnoli, adiacente a Costa San Giorgio con cui si incrocia, proprio in onore alla natura delicata e instabile del sito, che verso il 1570 si tradusse in una rovinosa frana che si portò via, fra gli altri, Palazzo Buontalenti.
Dunque, dai documenti pubblicati sul sito del Comune, la riqualificazione che potrebbe essere messa in atto dalle società facenti capo alla famiglia argentina dei Lowenstein, che dalla Cassa Depositi e Prestiti acquistò l’immobile per 19 milioni di euro, installerà nell’area dell’ex caserma più di 120 tra camere d’albergo, suite e appartamenti, oltre all’ampio ristorante, cucine e dispense, bar, spazi per eventi, centro benessere e parcheggi sotterranei. Strutture sotterranee che comprendono, oltre ai due parcheggi, i magazzini delle cucine e un tunnel di circa 600 metri che è l’asse di comunicazione con l’accesso carrabile di Costa San Giorgio. Ancora, il prevedibile traffico che comporterà il carico e scarico merci a servizio della lussuosa e grandissima struttura, dovrebbe essere “dirottato” dalle stradine strette e scoscese che attualmente raggiungono l’ex-caserma, in una possibile servitù di passaggio nell’area, attualmente demaniale, di Forte Belvedere. Il Forte di Belvedere non sarebbe, ai documenti depositati nel febbraio 2019, il solo ad essere interessato dall’operazione: giardino di Boboli e Palazzo Pitti sarebbero interessati all’installazione dell’ascensore verticale e della funicolare orizzontale a cremagliera, che costituirebbero servizio dell’albergo. La stessa struttura che i proprietari, ovvero la famiglia Lowenstein promettono di donare alla città. Ed ecco come dovrebbe funzionare: i clienti dell’albergo entrerebbero da Piazza Pitti, raggiungerebbero la Grotta di Madama, aggirando la quale salirebbero sull’ascensore, giungerebbero nell’area di proprietà dell’albergo, salirebbero sulla funicolare a cremagliera (posta nella proprietà dell’albergo) sino al Forte Belvedere. Per quanto riguarda l’ingresso dei clienti dell’albergo al Giardino di Boboli, sarà senz’altro convenzionato e forse gratuito, equiparandoli così ai fiorentini residenti, cui però è riservato l’ingresso secondario da Porta Romana
Insomma, come ricorda Tomaso Montanari sul Fatto Quotidiano (articolo del 24 febbraio) su segnalazione del Laboratorio politico Perunaltracittà, si tratta di circa 16mila metri quadri di superficie posta nel cuore di una delle aree più affascinanti di Firenze che verranno utilizzati per l’86% a struttura alberghiera di lusso, per il 9% a strutture commerciali (in buona parte ristorazione) e per il 5% restante direzionale e “attività di servizio alla persona e alla residenza”.
Dagli uffici comunali ad ora provengono solo una lunga serie di pareri positivi, conditi però da prescrizioni condizionanti di vario tipo. Dalla conferenza dei servizi, che si è riunita nel corso della primavera scorsa dopo la presentazione dei documenti da parte della proprietà, è stata ad ora esclusa la VAS (Valutazione Ambientale Strategica), che dovrebbe considerare gli impatti ambientali dell’opera, in quanto viene ritenuto che dalla documentazione presentata gli impatti dell’opera non siano rilevanti rispetto a quanto previsto dal regolamento urbanistico.
L’operazione d’acquisto dell’ex caserma Vittorio Veneto è stata conclusa dalla società Ponte Vecchio S.p.A.. Si tratta di una società per azioni italiana costituita nel 2015, che svolge attività di acquisizione e di sviluppo immobiliare di edifici di pregio storico ed architettonico, come si legge nella scheda in rete. Nel 2016 ha perfezionato l’acquisto dell’immobile denominato “Ex Scuola di Sanità Militare Caserma Vittorio Veneto”, sito nel Comune di Firenze, in Via Costa San Giorgio n. 39. La società è interamente controllata dalla famiglia argentina Lowenstein.
Il gruppo argentino è una vera potenza famigliare nel panorama mondiale: Lionstone Development e le sue affiliate, hanno continuato ad espandere il proprio portafoglio immobiliare nel settore dell’hospitality, residenziale e commerciale. L’inizio dell’attività imprenditoriale della famiglia Lowenstein data al 1966, con l’acquisto del primo hotel a Miami Beach, The White House Hotel. Un successo che porta i Lowenstein a spiccare il volo con una serie di successi che consentono alla Lionstone Development di contare ad oggi su un portfolio di circa 2.000 camere d’albergo e 7.800 metri quadri di spazi e strutture per lo shopping ed il tempo libero. Ricordiamo che proprio i magnati argentini hanno comprato anche un altro pezzo della storia fiorentina, la culla della famiglia Medici, la Villa di Cafaggiolo.