La crisi di Governo ha rilanciato i boatos di una scissione del Pd, dopo che l’ex premier Matteo Renzi – spiazzando i più – ha proposto nei giorni scorsi un governo a tempo con Pd e 5 Stelle. No ad “accordicchi” ha risposto in prima battuta il segretario dem Nicola Zingaretti che, in queste ore, invita il partito a restare unito. Nel Reggiano, il numero uno del Partito democratico, Andrea Costa “consegna” a un post su Facebook la propria posizione, netta, sullo sbocco della crisi.
Una posizione che rispecchia la linea della segreteria Zingaretti. “A chi dice che non si deve votare per ‘mettere in sicurezza il Paese’ va ribattuto questo: è la credibilità di chi governa che incide fortemente sugli spazi di manovra – scrive Costa -. E se l’immobilismo di questi 14 mesi ci è costato caro, se la crisi di governo ci sta costando cara, avere un esecutivo con nessuna legittimazione popolare costerebbe tantissimo: potremmo avere al massimo qualche ‘ragioniere’ obbligato a rispettare pedissequamente i vincoli accettati dagli improvvisati che hanno guidato il Paese in questo anno e mezzo”.
Per il segretario provinciale del Pd serve, dunque, “un esecutivo che gestisca l’ordinaria amministrazione”. E ancora: “È importante andare al voto subito, ed evitare di prestarsi a soluzioni di Palazzo, per tutti coloro che credono in un Paese diverso da quello sovranista e salviniano perché se c’è un momento in cui ritrovare la propria identità, sentirsi parte di un progetto grande e bello è proprio questo. Per anni ci siamo detti che le sconfitte elettorali derivavano dalla scarsa riconoscibilità delle proposte, dalla mancanza di un’anima chiara e precisa. Ecco, adesso la storia ci impone di averla quell’anima, di essere i catalizzatori di ogni energia positiva rintracciabile in questo Paese.
Non è il momento dei calcoli, ma quello del cuore e della passione, dei valori e dell’impegno, degli ideali e della proposta”. Sulla crisi, interpellato dall’Agi, interviene anche il capogruppo del Pd alla Camera, il reggiano Graziano Delrio: “Aspettiamo che il presidente della Repubblica faccia le sue valutazioni. Allo stato, la prospettiva delle elezioni appare come la più seria, almeno fino a quando non sarà in campo una prospettiva alternativa altrettanto seria, che ancora non c’è. I tempi della crisi li decide il Capo dello Stato e non i partiti. In ogni caso, c’è da prendere atto che questo governo finito, ha fallito ed è questo il dato politico importante”.