Grosseto – Il processo per il naufragio della Costa Concordia è ripreso oggi, mercoledì 21 gennaio, al Teatro Moderno di Grosseto. Una sola certezza sembra essere giunta da una nuova giornata d’aula: il ritrovamento del corpo di Russel Rebello. La salma del cameriere indiano è stata identificata, mediante prova del Dna, dal laboratorio della Polizia Scientifica di Roma. Quest’ultimo ha analizzato i restri trovati a bordo del relitto a novembre 2014. “Come al solito, ho dovuto apprendere questa notizia dai media. Adesso sto aspettando notizie certe da parte delle autorità”, ha scritto in tono polemico il fratello della vittima del naufragio del 13 gennaio 2012, Kevin Rebello, sul suo profilo Facebook. Il Tribunale maremmano ha comunque già deciso per la restituzione della salma ai familiari.
In aula era presente il capitano Francesco Schettino, che resta il principale imputato per la tragedia dell’isola del Giglio. Al Teatro Moderno parleranno domani e venerdì i 39 avvocati di parte civile, che richiederanno risarcimenti per i danni dei naufraghi a Schettino ed a Costa Crociere. Oggi, invece, sono stati ascoltati i testimoni della difesa dell’ex capitano della Concordia. “Schettino mi parlava per flash al telefono, e mi sembrò scosso”, ha dichiarato Leopoldo Manna, capo della centrale operativa delle Capitanerie di Porto a Roma. In una registrazione fatta ascoltare in aula si sentono Manna ed il capo dell’unità di crisi di Costa Crociere, Roberto Ferrarini, a dialogo. La nave, spiega Ferrarini intorno alle 00:40, è appoggiata di lato sul fondale del Giglio e restano una cinquantina di persone da evacuare. Serve un elicottero, prosegue Ferrarini. “Lei parla con il comandante?” – chiede allora Manna. “Sì, il comandante non è sulla nave, ma sullo scoglio. E da lì segue la situazione” – risponde Ferrarini.
Che Schettino fosse ancora a bordo intorno a mezzanotte, invece, è stato testimoniato da Katia Krevanian, responsabile del servizio clienti di Costa.Quando la nave si stava inclinando, ha spiegato la testimone, ci fu uno scossone. “Scivolai verso l’acqua e, così facendo, andai ad urtare un braccio del comandante Schettino”. Il che indicherebbe che Schettino non abbandonò la Concordia prima delle 23.00, come si riteneva in precedenza.
Anche un altro testimone ha spiegato, in difesa di Schettino, che il comandante era sulla Concordia intorno alle 23.00. Quando si accostò alla nave per soccorrere i naufraghi con il traghetto Aegilium, ha spiegato Fiorentino Agnelli, erano le 22.30 passate. E Schettino non era sulle scialuppe di salvataggio.
Il processo, che dovrebbe essere alla sua fase conclusiva, si infittisce quindi ancora di interrogativi. Quello che è certo, è che Costa Crociere si sente in certo modo a posto con il risarcimento delle vittime del naufragio. L’avvocato Laura Milani ha spiegato, per conto della compagnia di navigazione genovese, che Costa ha risarcito l’85% delle persone a bordo della nave. In totale la compagnia avrebbe pagato finora 84 milioni di euro circa a 3.586 naufraghi (fra passeggeri ed equipaggio). E, in questo computo rientrerebbero anche i risarcimenti alle famiglie di 29 delle 32 vittime del 13 gennaio 2012.