Costa Concordia: riprese le operazioni di flangiatura

Negli scorsi giorni il mare agitato ha impedito qualsiasi operazione sul relitto della Costa Concordia naufragata il 13 gennaio nelle acque del Giglio. Oggi, però, le condizioni meteo-marine sono migliorate e sono riprese le operazioni di flangiatura, ossia la perforazione dello scafo della nave da crociera che permetterà di raggiungere i primi 6 serbatoi nel quale è contenuto il gasolio. Il pontone della Smit, la società olandese che gestisce le operazioni di defueling, ha nuovamente lasciato gli ormeggi di porto Giglio ed è stato avvicinato al relitto per iniziare le manovre preliminari del defueling. Se il clima non peggiorerà, spiegano dalla Smit, serviranno una giornata di lavoro per terminare la flangiatura ed una giornata per avviare il pompaggio del carburante. Inizialmente verranno svuotati i primi 6 serbatoi della Concordia, nei quali si stima siano contenuti circa 1.518 metri cubi di gasolio, ossia il 67% del carburante della nave da crociera che, si ricorda, era piena in quanto partita poche ore prima da Civitavecchia. Dopo lo svuotamento di questi primi 6 serbatoi, resteranno da liberare dal gasolio le altre 9 cisterne di diesel, dove si stima sarebbero contenuti altri 377 metri cubi di carburante, e la parte della sala macchine, dove dovrebbero essere stipati altri 348 metri cubi di gasolio. Se le operazioni di defueling si fanno ancora attendere, però, i dati sull’inquinamento del mare dell’isola del Giglio rimangono confortanti. Arpat, infatti, ha reso noto che i risultati delle analisi sui campionamenti effettuati il 2 febbraio (il 1 febbraio le cattive condizioni del mare non avevano permesso di fare rilevamenti) lontano dal relitto della Costa Concordia (nei pressi di Cala Caldane, dove si trova il punto di presa del dissalatore dell’isola del Giglio) non anno evidenziato significativi fenomeni di inquinamento dell’acqua del mare. Mentre le analisi microbiologiche sono in corso, i test di tossicità sono risultati negativi e non sono stati rilevati idrocarburi in mare. Presenti, invece, tracce di tricloroetilene (trielina) e modeste concentrazioni di tetracloroetilene, che però potrebbero non essere dovute ai rilasci della nave naufragata il 13 gennaio.

Foto: www.protezionecivile.gov.it

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