“Quella di Provenzano è una vicenda che si presta a strumentalizzazioni”. A dirlo è Gerardo Laguardia, procuratore capo di Parma, che venerdì è tornato sulla vicenda del video (del dicembre 2012) diffuso nei giorni scorsi da La 7. Immagini che mostrano il boss di Cosa Nostra mentre riceve la visita dei parenti e parla in modo sconnesso delle lesioni subite. E non sarà affatto facile capire se siano frutto di una caduta accidentale o di un pestaggio.
“All’indomani della diffusione del video – spiega Laguardia – io e il pm Lucia Russo ci siamo recati nel carcere di Parma per capire cosa fosse successo. Abbiamo interrogato Bernardo Provenzano nella sua cella, e le sue condizioni di salute sembrano peggiorate. Era a letto, non capiva le domande e parlava in modo inintelligibile”.
L’inchiesta prosegue quindi con l’acquisizione di cartelle cliniche e analisi dei filmati di videosorveglianza che lo controllano in cella 24 ore su 24. E qui arriva la prima sorpresa. “I filmati – sottolinea il procuratore – vengono distrutti ogni 30 giorni. Il motivo? Il ministero della Giustizia ha stabilito che conservarli costerebbe troppo. Lascio a voi ogni commento”.
Allora perché è uscito il video dell’incontro tra Provenzano e i suoi parenti? “Quel filmato – racconta Laguardia – era stato acquisito dal tribunale di Palermo nell’ambito dell’inchiesta sulla trattativa Stato – mafia. Doveva servire a stabilire se Provenzano fosse o meno in grado di “stare” nel processo, di testimoniare”. Dal filmato esce una risposta scontata: no. L’ennesimo ostacolo sul percorso di una delle inchieste più tormentate degli ultimi anni.
Ma qui non conviene azzardare congetture, per non correre i rischi di strumentalizzazione paventati dalla procura di Parma. A questo proposito, per domani pomeriggio è prevista in città una manifestazione di antagonisti “contro repressione e carcere duro”. Mezza città blindata, traffico fermo per ore e corteo che si concluderà proprio davanti alla casa circondariale di via Burla. Gli autonomi affermano che il corteo era programmato da tempi non sospetti, mentre i legali di Provenzano (che hanno “girato” il video a Michele Santoro) negano di essere stati a conoscenza di una manifestazione di questo tipo proprio in questi giorni. Chiamatele, se volete, coincidenze.