Firenze – In piazza in centinaia, in un corteo che si snoda lento come una processione, maestoso come un fiume. Sono tutti lì per ricordare: Idy Dyene, ambulante senegalese, che ogni giorno partiva in treno da Pontedera per arrivare a Firenze, nell’Oltrarno, dove tutti lo conoscevano e dove lavorava, centrato dalla pistola omicida di uno che si era svegliato quella mattina, come disse lui stesso spiegando il suo gesto, con l’intenzione di suicidarsi per motivi economici e che poi, non avendo il coraggio di farlo, aveva deciso di ammazzare qualcuno. E ne aveva scartati tre, prima di arrivare a Idy, l’unico nero, che passava alle 11 di quella mattina sul ponte Vespucci, come aveva fatto per anni. E che non poteva sospettare che quell’uomo lo ritenesse la “perfetta” vittima sacrificale della sua rabbia e frustrazione, forse perché nero, forse perché, tutto sommato contava meno.
Ecco, la città rimase attonita, e un brivido percorse le coscienze di quella Firenze inclusiva e ospitale che solo qualche anno prima aveva visto una strage, quella di piazza Dalmazia, sempre verso persone di colore. Una città incredula di poter albergare ancora quell’odio, quell’aberrante senso che c’è chi conta meno e chi più, e che la differenza è fatta dal colore della pelle. Una città che oggi, nell’anniversario dell’omicidio di Idy, torna in piazza, e il corteo è grande, è nutrito, ci sono i rappresentanti delle varie comunità religiose, l’imam di Firenze, la figlia di Idy che è venuta dall’Africa, l’assessora di Scandicci Diye Ndiyae, l’assessora Funaro, il rappresentante della comunità senegalese in Toscana tanti da sempre in prima fila sulle battaglie antirazziste, il consigliere regionale Tommaso Fattori, la candidata sindaca Bundu, Pape Diaw, i sindacati di base, tanti altri. Ci sono drappi attorcigliati, rossi, a cui la gente s’aggrappa mentre un canto lento sale al cielo. Il corteo, promosso da Rete antirazzista, Cpa, ColPol, Rete Collettivi studenteschi, Basta morti nel Mediterraneo, Comitato fiorentino Fermiamo la guerra, Comunità delle Piagge, vuole dire, al di là del ricordo di Idy, che la città è sveglia, non dimentica e non s’arrende. Alla barbarie, all’odio, ai mestatori di violenza e razzismo.
La folla, soprattutto, è la protagonista. La gente, quella sconosciuta, che è lì e plaude a chi ha organizzato le performance, la “scenografia” del corteo, che si stampa nel cuore, come la preghiera pronunciata dall’Imam Ezzedin Elzir, accolta dal silenzio. Corteo ancora in corso, Firenze applaude: a se stessa, perché i suoi figli hanno la pelle di tutti i colori.
Stamattina si è svolta la commemorazione dell’assassinio di Idy Dyene da parte delle istituzioni, con il sindaco Dario Nardella, insieme agli assessori Sara Funaro, Lorenzo Perra, Andrea Vannucci e al presidente del Consiglio comunale Andrea Ceccarelli che hanno deposto un mazzo di fiori sul ponte Vespucci, nel luogo dove cadde l’ambulante senegalese. Nel corso del corteo, sia l’Imam che i famigliari di Dyene hanno ringraziato l’amministrazione “per non averci lasciati soli”.
Foto: Luca Grillandini