Rispetto. E' questa la parola, la sensazione più forte che si respira nel corteo contro il razzismo che oggi ha percorso Firenze.
Erano circa cinquecento, i partecipanti al corteo: partito da piazza Dalmazia, il lungo biscione di gente si è snodato fino alla Fortezza, da cui ha raggiunto Santa Maria Novella. Numerosi striscioni, fra cui una gigantesca bandiera della Somalia, in una giornata vissuta all'insegna della solidarietà contro le ultime brutali aggressioni che sono avvenute negli ultimi tempi a Firenze.
Era presente anche un gruppo di NoTav che portava la solidarietà del Movimento contro il razzismo.
"Abbiamo chiesto rispetto – dice Malyka, una giovane donna di origine marocchina -per i cittadin stranieri affinchè possano vivere in armonia e rispetto reciproco con i cittadini italiani. Sì alla sicurezza, no alla violenza".
Un rispetto che, denunciano molti, viene meno anche in sedi istituzionali, almeno per quanto riguarda la richiesta di certificati o informazioni che vengono prestate raramente in modo chiaro. C'è paura, dicono in molti, paura persino di andare a chiedere la tutela dei propri diritti.
"Il clima di razzismo, dopo l'omicidio dei due senegalesi, non si è fermato – commenta Lorenzo Bargellini, leader del Movimento di Lotta per la Casa – come dimostrato dalle due ultime aggressioni nei confronti di richiedenti asilo somali. Un clima di piombo, di intolleranza pesa su questa città e siamo chiamati tutti a rispondere".
E sul silenzio della politica circa il tema del razzismo, interviene Pape Diaw, portavoce della comunità senegalese, sollecitando la fine della "latitanza" su un tema così importante. Anche per il futuro.