Anche la Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna è in affanno, per una carenza d’organico ormai cronica. Tanto che la magistratura contabile rischia di ingolfarsi. La denuncia è arrivata direttamente dal presidente Luigi Di Murro, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario a Bologna. Lo stesso Di Murro andrà in pensione il prossimo 30 giugno e non sarà sostituito, per il momento. In attesa della procedura concorsuale, infatti, il suo incarico sarà affidato al consigliere anziano che già svolge le stesse funzioni nella sezione di controllo, “con le conseguenze facilmente immaginabili in termini di funzionalità dei due uffici”.
Rispetto all’anno scorso, dice dunque Di Murro, “devo segnalare l’ulteriore aggravamento della situazione per quanto riguarda i magistrati in servizio”. Ma non solo. “La già cronica carenza di personale amministrativo e di magistratura, che da sempre affligge il nostro istituto – spiega il presidente della Corte dei Conti – ha assunto profili di drammaticità”. Inoltre, “il blocco delle nuove assunzioni e la lunghezza dei tempi necessari per espletare i concorsi pubblici per la copertura dei posti non soggetti al blocco lasciano facilmente prevedere un lungo periodo di ipofunzionalità degli uffici, con evidenti ripercussioni sia sulla durata dei giudizi sia sull’efficacia delle azioni di contrasto ai comportamenti causativi di danni erariali”.
Di Murro parla di un “ulteriore depauperamento dei ruoli della magistratura contabile” e teme che i magistrati ultrasettantenni, mandati in pensione, vengano sostituiti “con colleghi di poco più giovani, ovvero che alle carenze di organico si faccia fronte non con procedure concorsuali bensì con un massiccio ricorso a nomine governative”. L’allarme sulla carenza di personale in Corte dei Conti è condiviso anche dal procuratore regionale, Salvatore Pilato, che sottolinea il continuo ricorso all’auto organizzazione degli uffici per sfruttare al meglio le risorse disponibili. “Abbiamo un problema strutturale – spiega il procuratore – da un lato abbiamo un andamento legislativo che amplia le funzioni ma entra in una fase riduttiva su punti nevralgici dell’efficienza amministrativa. Dall’altro lato abbiamo anche risorse umane che tendono a decrescere nella programmazione degli anni futuri. E’ un dato sul quale è necessario riflettere per un’inversione di tendenza”.