Sinistra fiorentina, in questa settimana si decidono i giochi (e il nome) del candidato. E per quanto riguarda la situazione cittadina con le fibrillazioni del Pd, se la “questione Civati” portasse qualche scossa a Firenze e magari si arrivasse addirittura a una rottura fra dissidenti alla linea renziana e ortodossi, il dialogo ci sarà comunque, a prescindere, spiega Tommaso Grassi, consigliere comunale di Sel e per qualcuno possibile candidato alla corsa da sindaco (esiste anche un gruppo di fan su Facebook per Grassi sindaco), da una (per ora improbabile) “scissione” .
Il confronto infatti sarà spostato ovviamente sull'elettorato, dal momento “che è naturale per noi rivolgerci anche ai cosiddetti “delusi” del Pd, coloro che non vogliono più sottostare a diktat di partito poco comprensibili soprattutto tenendo in conto i contenuti”. Questione non di poco conto, anzi, del tutto prioritaria, quest'ultima, come ribadisce Grassi, che spiega: “Un confronto non può tenersi sull'antirenzismo, ma deve essere basato sui contenuti, sulle proposte alternative, sui programmi. Su questo, siamo pronti al dialogo con tutto il centrosinistra, senza o in presenza di rotture che sia”. Bocca cucita, invece, sull'eventuale candidato che potrebbe unire Sel, Alba, la federazione della sinistra e tutto quell'arco politico che sta a sinistra del Pd. Unica indicazione: gli incontri decisivi si terranno in settimana. Una considerazione tuttavia è doverosa: dal punto di vista di popolarità, età, cultura e competenze, tutto parrebbe far pendere la bilancia a favore di Tommaso Grassi, rappresentante capace di mettere d'accordo (sembra) il variegato mondo della sinistra fiorentina. Forse. Anche perché quella a primo cittadino della città del Marzocco potrebbe essere una corsa che “brucia” i perdenti.