Firenze – Alcuni minori individuati dalla comunità di Sant’Egidio all’interno dei campi profughi dell’isola di Lesbo, in Grecia, sono giunti nei giorni scorsi in Toscana. I ragazzi, che sono privi di riferimenti familiari in Italia, dopo l’atterraggio del volo umanitario all’aeroporto di Fiumicino sono ora ospitati in strutture di accoglienza accreditate dalla Regione.
I ragazzi sono all’interno del percorso di ricollocamento dalla Grecia alla Toscana che fa parte del programma “Corridoi Umanitari” realizzato dalla Comunità di Sant’Egidio insieme alla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, la Tavola Valdese e la Cei-Caritas, condiviso dal Governo italiano per la prima volta nel 2015 e riconosciuto a livello internazionale ed europeo tra le best practices in materia di ingresso regolare e inclusione dei migranti.
Al primo Protocollo di Intesa con il Governo Italiano sono seguiti altri due Accordi Nazionali che hanno consentito negli anni successivi di fare arrivare in Italia regolarmente e in condizioni di assoluta sicurezza più di tremila persone beneficiarie di protezione internazionale, tutte in condizioni di particolare vulnerabilità o per l’età o per il vissuto subìto o per motivi di salute, provenienti dalla Siria, dall’Eritrea e da altri paesi africani in perenne conflitto bellico. Nell’85% dei casi, queste persone sono oggi felicemente inserite nel nostro Paese: lavorano, studiano e prendono parte alla vita delle comunità locali. Il restante 15% ha preferito trasferirsi in altri Paesi europei.
Nel settembre 2020 è stato firmato il nuovo Accordo con il Ministero dell’Interno, Dip.to Libertà civili e immigrazione, Unità Dublino che prevede, ai sensi del Regolamento n.604/2013, il nuovo programma di ricollocamento dalla Grecia di minori stranieri non accompagnati.
Su questo ultimo accordo si fonda il progetto congiunto dell’Associazione dei Tutori Volontari della Toscana e della Comunità di Sant’Egidio Firenze Pisa e Livorno, che prevede il coinvolgimento degli enti pubblici locali in maniera capillare secondo un consolidato metodo di accoglienza diffusa. Per questo arrivo in particolare, il Comune di Livorno ha garantito l’accoglienza di due ragazzi, la Società della Salute dell’area fiorentina NordOvest ha aperto per tre minori non solo strutture e risorse proprie ma anche una campagna di comunicazione e sensibilizzazione per i privati, la Società della Salute di Pisa ha riservato un altro posto.
I ragazzi interessati dal progetto (età 10-17 anni) sono provenienti in massima parte da Siria, Afghanistan, Bangladesh e Pakistan, sono sbarcati nell’isola di Lesbo dove sono rimasti bloccati per minimo due anni; nel caso di fratelli o ragazzi che si siano fortemente legati nel viaggio affrontato, il nucleo viene coinvolto totalmente per evitare la loro separazione. Il percorso di integrazione verso l’autonomia è quello consueto previsto dalla Legge Zampa n. 47/2017, per cui sono competenti gli Uffici giudiziari minorili.
“Il Tribunale per i Minorenni di Firenze, in accordo con la Procura minorile, fin dall’inizio si è impegnato nel sostegno del progetto, organizzando a monte lo svolgimento della procedura per ciascuno dei ragazzi, così da garantire già al momento dello sbarco all’aeroporto l’inizio della procedura come previsto dalla legge Zampa e l’ immediato affiancamento di un tutore volontario – spiega il Presidente del Tribunale per i Minorenni Luciano Trovato – gli enti coinvolti hanno lavorato in maniera concertata, con il contributo fondamentale di tutti i livelli: la Comunità di Sant’Egidio come organizzatore ufficiale del Corridoio; l’Associazione Tutori MSNA Regione Toscana come coordinamento dei rapporti tra le istituzioni; il Comune di Livorno e le Società della Salute dell’Area Pisana e dell’Area Fiorentina Nord-Ovest quali organizzatori e sostenitori dell’accoglienza, anche sul piano finanziario. Penso che si possa identificare questo percorso come un nuovo modello di accoglienza pensato e rivolto a questi minori in condizioni di particolare vulnerabilità, replicabile in altre occasioni e adottabile da qualsiasi territorio voglia contribuire ad affrontare queste delicatissime situazioni”.
Foto d’archivio, Luca Grillandini