Firenze – Pubblichiamo un intervento della presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana Maria Antonietta Gulino
«La paura è uno stato emotivo innato, una risposta adattiva di fronte ad una situazione di pericolo: sperimentarla è essenziale, se si vuole sopravvivere. Tuttavia può accadere che la reazione alla minaccia sia sproporzionata rispetto alla sua reale pericolosità portandoci ad esagerare e a rispondere in maniera non più funzionale, creando uno stato di iperallerta che può essere nocivo persino per il nostro sistema immunitario e per il nostro benessere psicologico».
A sottolinearlo Maria Antonietta Gulino, presidente dell’Ordine degli psicologi della Toscana in relazione all’emergenza sul coronavirus. «È normale di fronte a questa emergenza avere paura ma stiamo attenti agli eccessi che possono generare psicosi individuali e collettive. Il modo con cui percepiamo un potenziale pericolo, infatti, dipende dalla valutazione del rischio che ne facciamo – spiega Gulino – che non si basa solo su criteri oggettivi, dati statistici e numeri ma anche su variabili soggettive ovvero è influenzato dal modo con cui percepiamo la realtà e da come valutiamo gli eventi che accadono intorno a noi.
Se pensiamo alla diffusione di un virus, invisibile e potenzialmente mortale qual è il coronavirus, che sta contagiando migliaia di persone in Cina e che da qualche settimana è approdato anche in Italia, possiamo comprendere che la percezione del rischio cresca inesorabilmente. Ci sentiamo personalmente vittime di questa pandemia, senza alcun controllo sulla minaccia.
Il tam tam incessante di notizie sui media, spesso allarmistiche e non ufficiali, fanno il resto e così si genera il panico irrazionale e controproducente, che induce a pensare che se tutti ne parlano e lo fanno in modo catastrofico, allora sarà sicuramente catastrofe vera».
«Noi psicologi – spiega l’Ordine – proponiamo di fronteggiare questa situazione di straordinaria emergenza con cautela, calma e facendo giusti controlli: informandosi bene e facendo affidamento ai dati reali del Ministero della Salute e della Organizzazione Mondiale della Sanità che aggiornano quotidianamente le relative pagine sul Coronavirus e seguendo le procedure diffuse dai canali ufficiali. A tutti i colleghi psicologi suggeriamo di continuare a lavorare negli studi e nei posti di lavoro a sostegno della collettività, con le giuste avvertenze e nel rispetto delle procedure».