Firenze – Pandemia da covid, colpo per molti mortale alla struttura economica e alla coesione sociale dell’Italia e dell’Europa. Ma per qualcuno, forse, la crisi che sta azzannando la comunità umana a livello mondiale non è così apocalittica. Anzi, potrebbe diventare un nuovo terreno di profitti e occasione d’influenza. Ciò di cui stiamo parlando è la criminalità organizzata, la cui fame e sete di profitti facili e smisurati, basati sull’offesa e la distruzione della dignità umana, non ha momenti di limite e confini. Anzi, forse proprio in occasioni di crisi epocali come l’attuale, vede altre ed insperate forme di guadagno ed influenza.
Di tutto ciò, alla luce anche dei sospetti di inflitrazioni della grande criminalità nelle rivolte in gran arte dettate da disperazione ei vari territori italiani circa le nuove limitazioni di ccontenimento della pandemia, abbiamo rivolto qualche domanda a Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, ex assessore della giunta Crocetta in Sicilia, da anni punto di riferimento per chiuque si voglia occupare di mafia.
Ritiene plausibile rispetto a disordini di Napoli, che ci sia in qualche modo la mano della camorra e ritiene che qualcosa di simile possa accadere anche a Firenze?
La camorra a Napoli si è infilata nelle proteste e nel disagio. D’altronde è un suo modus operandi da sempre. L’assalto organizzato che si è visto a Napoli dimostra la difficoltà da parte dello Stato di controllare quel territorio. Non si può tollerare tutto ciò.
In che modo la pandemia e le misure che vengono prese dalle isituzioni possono agevolare le cosche, anche in Toscana?
La Toscana in questo momento storico, come le altre regioni del centro-nord, rischia di esser divorata dalla mafia che approfitta della debolezza economica per acquistare quel che può, che dopo la pandemia acquisirà di nuovo valore. I clan sono di sicuro già all’opera. I clan poi solitamente stanno attenti pure alle proteste più civili per infiltrarsi in modo invisibile e personalmente ritengo sia importante in questo periodo coordinarsi con le organizzazioni ufficiali di categoria per ridurre tale rischio.
Secondo lei, in Toscana, il profilo economico delle conseguenze da covid sul tessuto imprenditoriale regionale possono agevolare le cosche, o anche la crminalità organizzata “soffre” per il covid?
La criminalità organizzata non soffre per il covid. Si arricchisce con il covid. Il virus della mafia è duraturo ben più del covid. Ed essendo nel momento più buio della lotta alla mafia degli ultimi 30 anni, visto che si stanno mettendo in discussione tanti aspetti della normativa antimafia quali 41bis, ergastolo ostativo, interdittive antimafia e la normativa sullo scioglimento dei comuni, non si può non notare che manca un vaccino efficace contro le mafie.
In qualche modo la “monocoltura” del turismo che fino ad ora ha colonizzato la Toscana con i risultati che vediamo, può rendere il territorio più debole rispetto all’attacco delle cosche? In che modo?
La nostra monocoltura del turismo ci ha reso ricchi ed oggi ci può rendere poveri e simmetricamente facendo gola ai gruppi criminali può arricchirli nel post pandemia. Un rischio da non sottovalutare.
Esistono già evidenze che la mafia si stia muovendo approfittando della situazione di debolezza dei centri economici e delle amministrazioni regionali e cittadine?
La DNA (direzione nazionale antimafia), la DIA (Direzione Investigativa Antimafia), la commissione parlamentare antimafia hanno lanciato l’allarme più volte. Le mafie stanno usando la situazione sin da subito. Come Fondazione Caponnetto e come OMCOM (Osservatorio Mediterraneo Criminalità Organizzata e Mafia), siamo intervenuti all’inizio della pandemia informando dei rischi. Abbiamo intessuto un rapporto stretto con l’amministrazione regionale, con il Presidente Eugenio Giani e con l’amministrazione fiorentina con gli assessori Giorgetti e Martini, tenendoli informati il più possibile delle evoluzioni criminali dal punto di vista analitico. Vedasi in tal senso le due ultime iniziative svoltosi al giardino Caponnetto di Firenze il 19 luglio e il 5 settembre.
Il grande affare sanità a livello territoriale, potrebbe fungere, in tempi di emergenza, per ulteriore “ponte d’oro” per le mafie?
La sanità è da sempre un campo che piace alle mafie che potrebbero inserirsi nella fretta delle procedure d’urgenza. Negli ultimi mesi le forze dell’ordine, in primis la GDF hanno colpito duramente con numerose operazioni le speculazioni sulle forniture sanitarie in cui a dire il vero non c’è solo la mafia ma vari soggetti. La situazione non è in alcun modo da sottovalutare. Il rischio in generale per tutta l’Europa è alto.