Coronavirus: da oggi anche i francesi restano a casa

Parigi-  Anche i francesi sono da oggi a mezzogiorno confinati tra le loro quattro mura, almeno per un paio di settimane. Il confinamento totale è stato solennemente annunciato ieri sera dal presidente Emmanuel Macron mentre già centinaia di parigini avevano anticipato la misura con un esodo in massa verso campagna e mare. Assaltando i treni, incuranti del rischio del contagio che ora rischia anche di estendersi in zone finora incontaminate.

Fino a ordine contrario, si potrà uscire solo per andare in farmacia, dal medico o a rifornirsi, nel proprio quartiere, di provviste alimentari.  Si potrà anche darsi a qualche attività fisica all’aperto, ma da soli. Le disposizioni del governo sono arrivate via cellulare, compresa l’attestazione da compilare se si vuole varcare la soglia di casa. Già da stamani 100.000 tra poliziotti e gendarmi controllano che le regole siano rigorosamente seguite.

Episodi di indisciplina sono stati segnalati, ma di fronte a tale dispiegamento di forze è probabile che il confinamento sarà rispettato. Lo ha chiesto con forza ieri sera Macron che ha invitato i francesi alla disciplina e alla solidarietà ripetendo più volte “siamo in guerra, siamo in guerra”.

Il contagio del coronavirus sta intanto accelerando: nelle ultime 24 ore i casi sono giunti a quota 6.633 (+1.210) e i morti 148(+21). Le nuove ondate di ricoveri mettono a dura prova il sistema ospedaliero, soprattutto in alcune zone come nell’est del paese dove il governo ha deciso di inviare un ospedale di campo militare per poter garantire le cure necessarie. Il ministro dell’economia ha intanto annunciato lo stanziamento di 45 miliardi di euro a favore delle aziende e dei lavoratori .

In questo clima giù teso rischia ora di inserirsi anche un’accesa polemica politica: l’ex ministro della sanità Agnes Bozyn,  che era stata catapultata all’ultimo momento come candidata della Republique en marche (il partito di Macron) a sindaco di Parigi, ha definito oggi le elezioni di domenica “una farsa”, accusando il governo di non aver ascoltato il suo grido d’allarme per lo tsunami del coronavirus che stava per abbattersi in Europa. I primi avvertimenti, ha detto,  risalgono a gennaio.

Il governo ha rimandato il secondo turno al 21 giugno,  un rinvio che forse richiederà una legge per autorizzare tempi così lunghi.

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