Firenze – Il problema vero? E’ quello della pressione sugli ospedali che potrebbe essere messa in atto dalla massa di persone che potrebbe essere colpita dal corovinarus, e soprattutto da quelli che avranno bisogno del ricovero. Infatti, spiega il governatore, Rossi, in prospettiva dello sviluppo che il fenomeno potrebbe avere nei prossimi giorni. Quindi, liberare posti e proteggere gli ospedali.
La prima misura, riguarda, dice Rossi, “l’interruzione degli accessi agli ospedali, di tutti i visitatori, pazienti ambulatoriali, operatori sanitari, che presentano sintomi simil-influenzali, dunque riniti, tosse, rialzo di febbre, difficoltà respiratorie” altri sintomi del genere. Una misura non nuova e già presa, dice Rossi, ma che verrà approfondita, con un “filtro” davanti agli ospedali, costiutito ad esempio da sanitari che misureranno la temperatura e controlleranno lo stato di salute di colro che accedono, anche visitatori o pazienti presso ambulatori interni. “Anche per quanto riguarda il personale sanitario operante dentro gli ospedali – continua Rossi- verrà dotato di mascherine chirurgiche, che è invenzione del tutto toscana, certificata dall’università: mascherine di tessuto non tessuto adatte a trattenere anche l’aerosol. Ne stiamo producendo da 20mila a 30mila al giorno. Un effetto limitato, ma che possiamo estendere a tutti gli operatori”. Inoltre, la Regione chiede che anche il personale sanitario che mostra i sintomi suddetti non si rechi a lavorare ma rimanga a casa. “Una misura forte, ma indispensabile – dice ancora il governatore – per evitare casi che si sono già verificati, alcuni anche in Toscana. Se la risorsa ospedale è fondamentale per far fronte a questa infezione, bisogna tutelarla”.
Altra decisione forte, quella di interrompere “da oggi, l’attività chiurgica e medica programmata, quando non necessaria, allo scopo di mettere a disposizione posti letto di alta tecnologia. I 5 posti letto che noi abbiamo offerto per solidarietà alla Lombardia, sono posti letto di terapie intensive che sono quelli che rischiano di mancare nell’eventualità che il fenomeno dovesse diffondersi richiedendo interventi di copertura ad alto livello”. Dunque, attività medico chirurgica ridotta al 25%, con l’effettuazione delle sole prestazioni d’urgenza e di quelle legate alle patologie oncologiche. Tutto ciò durerà finchè sarà necessario. Fra gli interventi programmati esclusi dalla sospenzione, quelli tempodipendenti, per esempio l’oncologia.
Ciò significa che una parte piuttosto rilevante dei posti letto di terapia intensiva si renderà disponibile. “Con questo provvedimento riteniamo che oltre al 10% di posti letto che ancora abbiamo di terapia intensiva ancora liberi sui 322, se ne possa aggiungere un altro 15%, alcuni dicono 10%, altri pensano anche 20%”. Ma sa questi si potrebbero aggiungere altri posti letto provenienti dal privato (che come si sa non contempla l’emergenza), dice Rossi, “penso che potemmo avere altri circa 100 posti letto a terapia intensiva”. Dunque, tirando le fila, ai 10% di posti a terapia intensiva liberi su 322, che vuol dire circa 30, con l’interruzione delle attività programmate (che non riguardano le attività strettamente necessarie) se ne potrebbero mettere in campo un 10-15% in più sempre rispetto ai 322. Se si contano anche le ventuali disponibilità di terapie intensive, da utilizzare in forma convenzionata, dal privato, si può contare, dice rossi, su 2un centinaio di posti letto ad alta intensità di cura che si libereranno nell’arco di 5-6 giorni”. Per dare un termine di paragone con la Regione Lombardia, (tre volte la popolazione toscana e un livello di infezione non paragonabile rispetto a quello toscano), allo stato attuale ha 110 posti letto di terapia intensiva occupati da persone infette.
“Quest’operazione ci potrebbe permettere di far fronte alla richiesta di alte cure nei prossimi 15 giorni – continua Rossi – è una mossa importante, sappiamo di creare sacrifici nella popolazione, che chiede senz’altro sacrifici alla popolazione, ma decisiva”.
Non è finita: domani, annuncia Rossi, si andranno a passare in rassegna i 308 posti letto di subintensiva, che possono essere trasformati in posti letto di intensiva attraverso l’aggiunta di un ventilatore artificiale. “Stiamo cercando i vecchi respiratori artificali a suo tempo comprati, altri sono stati ordinati, quindi se ci fosse bisogno i posti letto potrebbero anche aumentare.
Nello stesso tempo, a tutela degli ospedali, viene rimodellato anche il percorso dei prelievi, che saraano obbligati dentro un percorso assicurato, in modo che l’afflusso delle persone che vengono a fare i prelievi non si confonda con il personale ospedaliero, i pazienti, ecc.E, aggiunge Rossi, anche le attività ambulatoriali saranno riprogrammate. “L’unico criterio clinico che verrà adottato per il ricovero – sottolinea il governatore – è che ci siano situazioni che esigano davvero il ricovero”.
Il terzo elemento, tre punti validi erga omnes. “Buoni comportamenti a tutela della propria salute e di quella di tutti, il consiglio della nonna chi ha febbre stia a casa, chiamare il proprio medico o il pediatra di famiglia evitando di precipitarsi in ospedale a cui peraltro non si accede, se non previo triage da pronto soccorso e solo se le condizioni di salute fossero tali, al di là del responso del tampone, da richiedere il ricovero”. Fra i consigli, anche quello di non frequentare posti affollati e di tenere una distanza di “sicurezza” (almeno un metro) dalle persone, come peraltro disposto dalle ordinanze nazionali. Ultimo messaggio, lavarsi iù volte al giorno le mani.
A domani dunque è rimandata sia l’analisi dei 308 posti letto che da subintensiva possono diventare a cura intensiva, sia quella delle infettovologie. “Al momento non possiamo decidere su chiusure o aperture – conclude Rossi – interveniamo in modo mirato”, a seconda dei casi. “Mi attengo alle disposizioni nazionali che riguardano la nostra fascia. no nvighiamo a vista, sappiamo ciò che bisogna fare, forse un po’ meglio anche di altri. ci predisponiamo a essere il più attrezzati possibili sul lato della cura”. Un passaggio inevitabile, dal contenimento, alla cura.